ENERGIE RINNOVABILI: COLDIRETTI TOSCANA CHIEDE PIÙ TUTELE PER AGRICOLTURA E PAESAGGIO

News inserita il 23-01-2025 - Attualità Siena

Proposta di legge sulle aree idonee migliorabile. Preoccupazione anche nel senese: "Territori come la Val d'Orcia rischiano di subire danni irreparabili, servono regole chiare e sostenibili"

La proposta di legge regionale sulle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER) accoglie molte delle osservazioni avanzate da Coldiretti, ma presenta ancora lacune e punti critici da affinare, in particolare in termini di coerenza con la legislazione nazionale e di opportunità per il settore agricolo. È quanto affermato da Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, durante l’audizione della commissione congiunta Sviluppo Economico e Rurale e Territorio e Ambiente, svoltasi in Consiglio Regionale.

«Coldiretti non si è mai opposta alle agroenergie – ha sottolineato Cesani – ma ha combattuto con determinazione per proteggere il suolo agricolo dalle speculazioni energetiche. Grazie alla mobilitazione di migliaia di agricoltori, abbiamo ottenuto una legge nazionale che vieta l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, principio che sarà integrato anche nella normativa regionale. Allo stesso tempo, abbiamo lavorato per garantire risorse alle aziende agricole, consentendo loro di installare pannelli sui tetti di stalle, fienili e serre per abbattere i costi energetici».

La presidente ha espresso preoccupazione per l’impatto che l’installazione di parchi solari ed eolici può avere sul paesaggio, elemento essenziale per la qualità delle produzioni agricole e per l’identità culturale del territorio. Tuttavia, Cesani ha riconosciuto che la proposta di legge accoglie alcune istanze fondamentali di Coldiretti, come il divieto di fotovoltaico a terra nelle aree agricole, privilegiando così la produzione alimentare e la tutela del suolo. Inoltre, viene garantita la possibilità per gli agricoltori professionali di installare impianti agrivoltaici anche in zone non vocate, promuovendo un modello che integra energia rinnovabile e attività agricola.

«Abbiamo chiesto di rafforzare le garanzie affinché gli agricoltori restino protagonisti di questo processo – ha precisato Cesani –. È fondamentale che chi realizza gli impianti sia anche chi li gestisce e ne beneficia, per evitare che l’agricoltore diventi una semplice copertura normativa. La produzione di energia deve essere un’attività connessa all’azienda agricola, capace di integrare il reddito e garantire la sostenibilità economica delle imprese».

Tra le principali criticità evidenziate da Coldiretti c’è l’assenza di un vincolo tra le coltivazioni di pregio e l’individuazione delle aree non idonee. «Le coltivazioni biologiche, così come quelle Dop e Igp, in zone di alto valore paesaggistico, culturale e ambientale, devono essere inserite tra le aree non idonee alla realizzazione di impianti – ha aggiunto Cesani –. Chiediamo coerenza legislativa con le linee guida nazionali per tutelare le produzioni strategiche e il patrimonio paesaggistico della Toscana».

Anche Coldiretti Siena ha espresso preoccupazione, soprattutto per territori di pregio come la Val d’Orcia, patrimonio dell’umanità UNESCO, che rischiano di subire danni irreparabili. La sezione provinciale ha ricordato il recente caso di Casole d’Elsa, dove Coldiretti ha respinto la proposta di un parco fotovoltaico sottolineando la necessità di una pianificazione responsabile e condivisa. «Il terreno agricolo deve servire per produrre cibo e il paesaggio va salvaguardato – ha ribadito Coldiretti Siena –. La transizione energetica è fondamentale, ma deve essere attuata in modo sostenibile, rispettando le esigenze del territorio e delle comunità locali».

 

 

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