DA POGGIBONSI A SANTIAGO: DIARIO DI UN CAMMINO (7)

News inserita il 06-04-2018 - Ok Siena

Da Logrono a Granon, attraversando la Rioja circondati da vigneti a perdita d'occhio, a passo lento senza fretta, scoprendo le due facce del Cammino: Marketing e condivisione.

Viaggiare significa prendersi i propri tempi, seguire i propri ritmi senza affannarsi, seguire l'istinto, la pancia e lasciare da parte le ragione e la razionalità delle tappe, qualche volta è bello farsi cullare dal cammino, dal paesaggio e dal tempo. Logrono mi ha riacceso questa esigenza, volermi riappropriare della mia esperienza del Cammino, con i miei ritmi e senza l'assillo di arrivare alla destinazione prestabilita. il capoluogo della regione ha lasciato un ricordo indelebile, il resto della regione non è da meno: soavi colline coltivate prevalentemente a vigneto, piccoli borghi raccolti intorno alla chiesa parrocchiale e il castello, cantine e aziende vinicole in periferia, parola chiave vino. Ogni paese merita una sosta, un bicchiere, un brindisi.
La periferia di Logrogno si allontana ma la campagna fa fatica a prendersi il suo spazio, il percorso rasenta l'autostrada, noi a piedi con il passo di chi non ha fretta di chi cerca di rallentare il tempo filtrandolo finemente in un setaccio di immagini e sensazioni, loro di la dallo spartitraffico sfrecciano veloci come il tempo che scivola sotto le ruote delle loro auto.
Navarrete cittadina tipicamente agricola, curata e accogliente, il fatto che sia famosa per le sue cantine mi invoglia a rimanere, ma è ancora presto per un calice, Ventosa panorama stupendo, si dominano le colline circostanti da questo cucuzzolo ventoso, il nome non è a caso. Il Cammino si dipana tra strade bianche immerse nei vigneti, trattori che lavorano, danno i trattamenti alle viti e talvolta ai viandanti, colline morbide senza strappi, quasi sembra di saltellarci sopra. Da una collina all'altra con gioia senza sforzo, mi ricorda il Chianti, meno boscoso, ma non così troppo differente dalle vigne e dalla campagna dietro casa.
Najera è una cittadina ricca di storia, e capitale reale nel medioevo, ma le gambe mi dicono che c'è ancora tempo per riposare, continuiamo a camminare risalendo le colline ricche di vigneti fino ad arrivare ad Asofra, gradualmente il cambio dei colori si fa più marcato, salendo nella Rioja alta le colline morbide, colori vividi dei boschi, degli uliveti e delle vigne, lasciano il passo al giallo vivo ma austero e ogni presente delle Mesetas, Da Azofra si sale costantemente ma dolcemente fino a Ciruena, minuscolo villaggio trasformato in campo da golf esclusivo, resort di lusso per golfisti.
Santo Domingo, famosa per la leggenda del gallo che resuscitò per salvare un pellegrino condannato ingiustamente, adagiata in una ridente valle circondata dalle sierras sia a nord che a sud, fa da spartiacque cromatico. E' una delle tappe topiche del Cammino, la cittadina è Cammino in tutto e per tutto, caravanserraglio del viandante, Domingo monaco che si dedica alla cura dei pellegrini, e costruisce, prima il ponte, poi l'ostello e piano piano un'intera città, la leggenda del gallo che salvò il pellegrino. Santo Domingo è la città del gallo: galletti ovunque, la chiesa ha i suoi, l'ostello pure, il simbolo della città è un gallo, ogni negozio ne ha nella propria insegna, anche i ristoranti servono galletto alla brace. Il gallo e il Cammino sono i due pilastri sulla quale la cittadina si regge. L'impressione è che il limite del marketing selvaggio sia stato superato, il Cammino perde la sua natura spirituale, religiosa, intima, esistenziale e diventa turismo e nient'altro.
Se Santo Domingo è diventata una cittadina puramente turistica, la sua antitesi è il paese limitrofo: Granon. Famoso per il suo ostello nella torre campanaria e la sua accoglienza pellegrina, semplice e vera, nessuno resta fuori qua, se non c'è posto viene utilizzata la chiesa, tutti sono i benvenuti, a tutti è offerta la cena condivisa e ognuno esprime il perché ha intrapreso il Cammino e cosa si aspetta da questa esperienza. L'atmosfera che vi si respira è un esempio tangibile di convivenza e condivisione: cattolici, protestanti, ebrei, e atei, tutti sono accolti ognuno con la sua storia, ognuno con la sua ricerca e il suo viaggio, ognuno lascia qualcosa e qualcosa prende in un processo di arricchimento collettivo insito nel significato stesso della parola Cammino.

Filippo Landi

 

 

 

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