CRISI BEKO, VERTICE AL MIMIT: PER SIENA ANCORA INCERTEZZE

News inserita il 30-01-2025 - Attualità Siena

L'azienda conferma la chiusura di Siena, ma apre a una trattativa

 

Giornata decisiva per il futuro dei lavoratori Beko. Questo pomeriggio, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), si è svolto un incontro cruciale per affrontare la crisi occupazionale e tentare di evitare la chiusura dello stabilimento di Siena, dove 299 dipendenti rischiano il posto di lavoro entro il 31 dicembre 2025.

Davanti alla sede del ministero, quasi 500 lavoratori provenienti dagli stabilimenti di Siena, Comunanza, Fabriano, Cassinetta e Caserta hanno manifestato durante il tavolo di crisi, convocato dopo l'annuncio del piano industriale della multinazionale turca, che prevede la chiusura di due impianti in Italia e oltre 1.900 esuberi.

Al vertice hanno partecipato i vertici aziendali, il ministro Adolfo Urso, i sindacati nazionali Tibaldi (Fiom), Novis (Cisl) e Ficco (Uilm), le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) e i segretari. Presenti anche il consigliere regionale della Toscana Valerio Fabiani, la presidente della Provincia di Siena Agnese Carletti e il sindaco di Siena Nicoletta Fabio. All'esterno del ministero, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha espresso solidarietà ai lavoratori in protesta.

L'azienda conferma la chiusura di Siena, ma apre a una trattativa

Durante l’incontro, Beko ha ribadito la chiusura della produzione a Siena entro il 31 dicembre 2025, ma ha lasciato aperta la possibilità di un percorso triennale per la transizione. Inoltre, ha annunciato un piano di investimenti più ampio, pari a 300 milioni di euro, e ha ipotizzato di non chiudere lo stabilimento di Comunanza. Per Siena, la multinazionale ha dichiarato la disponibilità a sostenere l’affitto dell’immobile fino al 2027, termine della locazione.

Sul fronte istituzionale, Comune di Siena e Regione Toscana si sono detti pronti ad acquistare il sito produttivo per garantire la reindustrializzazione e trovare nuovi investitori, con l'obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro.

Sindacati: "Ora servono proposte concrete"
In una nota congiunta, Fiom, Fim e Uilm hanno evidenziato che la disponibilità dell’azienda a discutere un nuovo piano industriale senza avviare formalmente la procedura di chiusura e licenziamento rappresenta un primo passo, ma giudicano le aperture di Beko ancora troppo vaghe.

"Grazie alla lotta dei lavoratori, Governo e istituzioni locali hanno offerto il loro sostegno per supportare gli investimenti e garantire la destinazione industriale del sito di Siena. Tuttavia, è necessario che queste dichiarazioni si traducano in proposte concrete già nel prossimo incontro del 10 febbraio", si legge nel comunicato.

I sindacati ribadiscono che finché non sarà garantita la continuità produttiva e occupazionale per tutti i 4.400 lavoratori italiani, la mobilitazione non si fermerà.

L.C.

Interviste Video 

Martini - Uilm (video)

Cesarano - Fim (video)

Miniero - Fiom (video)

Fabiani - Regione Toscana (video)

Sinaco di Siena Fabio (video)

Il presidio dei lavoratori (video)

 

 

Galleria Fotografica

Web tv