Cristina Ferri ha fatto vivere, con disperazione e coinvolgenti accenti tragici, il dramma di Santuzza che cerca disperatamente di salvare il suo amore senza riuscirci
L’opera verista Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni ha letteralmente travolto il folto pubblico intervenuto giovedì scorso presso il teatro dei Rozzi, a Siena. Lo spettacolo ad ingresso libero senza prenotazione, interamente organizzato dall’Associazione Culturale Liricorando, in collaborazione con le associazioni La Lunga Gioventù, 50&+ e AIDO, ha portato la firma registica di Franco Zappalà che ha saputo gestire le importanti masse corali rendendole spettatrici del dramma dei protagonisti. Le luci, anche queste ultime protagoniste della messa in scena, hanno contribuito al crescendo di tensione della vicenda portando la Sicilia sul palco. Alessandro Fantoni è un Turiddu veemente con un canto generoso che, altresì, nell’aria “Mamma quel vino è generoso”, dona morbidezze vocali al fine di rendere maggiormente il suo pentimento. L’Alfio di Luca Bruno è tagliente e affronta la difficile aria “Il cavallo scalpita” con sicura baldanza. Laura Scapecchi - Lola - ha incarnato il ruolo della donna provocante e sicura di sé e la voce risulta bella e precisa. La Mamma Lucia di Leonora Sofia è una madre addolorata per il figlio e per la povera Santuzza.
Adesso veniamo alla protagonista Cristina Ferri che ha fatto vivere, con disperazione e coinvolgenti accenti tragici, il dramma di Santuzza che cerca disperatamente di salvare il suo amore senza riuscirci: la voce della Ferri cesella intensamente ogni livello interpretativo in tutta la gamma di colori richiesta da una partitura verista così importante. Una commovente morbidezza dell'emissione si alterna a colori drammatici nei registri più acuti sempre luminosi e potenti.
L'attenta concertazione al pianoforte del Maestro Simone Maria Marziali ha permesso e accompagnato questa tavolozza di colori ed emozioni plasmando ad esempio il ritardando della frase di Santuzza “fate come il signore a Maddalena” per sottolineare il dolore della protagonista così come nei due duetti Turiddu-Santuzza e Santuzza-Alfio creando momenti di forte impatto musicale: applaudita e commovente l'interpretazione del famoso intermezzo.
Il Coro diretto da Elisabetta Miraldi è stato preciso e molto musicale e ha saputo interagire sulla scena con sicurezza, pur essendo al debutto sulla scena di un opera lirica.
Alla fine applausi più che interminabili e interventi commossi di Cristina Ferri e del regista Franco Zappalà, che ha espresso la sua gratitudine e il felice stupore per la estrema professionalità e generosità di tutte le maestranze del teatro e per la calorosa accoglienza da sold out del pubblico senese.