Il team coordinato dalla professoressa Cosima Baldari che ha partecipato allo studio
L’immunoterapia compie un nuovo passo avanti grazie a una scoperta dell’Università di Siena. Un team di ricerca guidato dalla professoressa Cosima Baldari, docente del Dipartimento di Scienze della Vita, ha identificato un innovativo meccanismo di eliminazione delle cellule tumorali basato sulle SMAP, nanoparticelle tossiche rilasciate dai linfociti T citotossici (CTL).
Il nostro sistema immunitario è dotato di una potente arma contro il cancro: i CTL, capaci di riconoscere e distruggere selettivamente le cellule maligne attraverso il rilascio di molecole tossiche. Tuttavia, le cellule tumorali sviluppano strategie per eludere questa minaccia, sopprimendo l’azione dei CTL e garantendosi così la sopravvivenza. Per superare questa resistenza, la ricerca oncologica è alla continua ricerca di nuove soluzioni.
Nell’ambito del progetto ERC Synergy, il team senese ha individuato un’alternativa promettente: le SMAP. Queste nanoparticelle, contenenti sostanze letali per le cellule tumorali, potrebbero rappresentare una svolta nella lotta al cancro. “L’obiettivo è caratterizzare le SMAP per poterle ingegnerizzare e renderle specifiche per il tumore di interesse”, spiega la professoressa Baldari. A differenza dei CTL, infatti, le SMAP possono essere prodotte in laboratorio e non vengono neutralizzate dai meccanismi di difesa del tumore.
Lo studio, frutto di una collaborazione internazionale con il professor Michael Dustin (Università di Oxford), il professor Salvatore Valitutti (Università di Tolosa) e il professor Jens Rettig (Università di Saarland), è stato recentemente pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA.
I ricercatori hanno scoperto che due molecole chiave delle SMAP, le trombospondine (TSP) 1 e 4, giocano un ruolo essenziale nella loro attività citotossica. “Abbiamo dimostrato che queste due molecole cooperano tra loro e, una volta modificate geneticamente, potrebbero essere utilizzate per indirizzare le SMAP contro specifici tumori”, sottolinea Baldari.
I prossimi passi? Il team di Siena è già al lavoro per ingegnerizzare queste nanoparticelle, con l’obiettivo di trasformarle in un’arma efficace e mirata contro il cancro.