BLOCK NOTES: È UNA STRADA O UNA CARRETERA?

News inserita il 22-03-2018 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Lo stato pietoso delle arterie che uniscono Siena alle città vicine

Ma lo stato delle strade che uniscono Siena alle città vicine lo avete mai osservato? L'arteria a quattro corsie che ci porta dal Ruffolo al casello dell'autostrada di Valdichiana, presso Bettolle, è una autentica “carretera” messicana. Piena zeppa di buche e con un manto stradale peraltro sconnesso, scanalato e pericoloso. La Siena-Firenze, anche se rattoppata per qualche tratto più lungo, mette a nudo tutta la sua pericolosità. E' nata stretta...una quattro corsie senza aree di sosta e senza una divisione protetta fra le quattro carreggiate. Una volta che si è realizzato lo spartitraffico la superstrada si è rivelata davvero troppo stretta e inadeguata a sostenere il traffico, invece, sempre più pressante di mezzi pesanti e autoarticolati vari. Per andare ad Arezzo dopo un primo tratto “veloce” - ma su strada malmessa - fino alla Colonna del Grillo si devia per una provinciale che sale verso Lucignano per ridiscendere e immettersi poi in un budello a quattro corsie che nessuno negli anni ha mai rifatto, messo lì a testimoniare la volontà di mettere mano prima o poi alla definizione della Grosseto-Fano che dovrebbe unire il Tirreno e l'Adriatico.
Insomma cose turche, se non sapessi che in Turchia il peraltro discutibilissimo Erdogan qualche passo avanti sul PIL e sui lavori pubblici l'ha fatto, magari anche a spese della nostra fragile Europa.
Incredibile, ma vero, l'unica consolazione ci viene dalla Siena-Grosseto che entro tre-quattro anni dovrebbe davvero essere terminata. Raddoppiate le lunghe gallerie e il mastodontico ponte sulle terme di Petriolo, restano solo una quindicina di chilometri, su tratti di relativa complessità, da portare a compimento. Ma, per carità, nessun politico ed amministratore gonfi il petto, visto che per tagliare il nastro alle quattro benedette corsie saranno trascorsi, quando il nastro sarà tagliato, oltre quaranta anni di lavori portati avanti a strappi e stenti.
Se un cambio di passo c'è stato è avvenuto negli ultimi otto dieci anni, dopo che per diversi lustri solo dalla sponda maremmana qualcosa si era mosso.
Non sto qui a domandarmi di chi sia la competenza, se dei Comuni, dell'Anas, della Regione o delle fu Province, ma la tutela delle strade di scorrimento e i diversi cantieri aperti per rifare manto stradale e mettere a punto la sicurezza dei raccordi rappresenterebbero anche posti di lavoro per centinaia di operatori, portando sviluppo nelle aree interessate.
Possibile che in un Paese come il nostro dove la disoccupazione rischia di farsi piaga, nessuno pensi ai lavori? Non dico grandi come il fantomatico Ponte sullo Stretto, ma almeno di adeguamento delle tante arterie che uniscono città e Regioni?
Questo ovviamente vale anche restando, come ho scritto nel “Notes” di un settimana fa, in casa nostra. C'è, per esempio una buca spaventosa fra Uopini e Badesse che si è aperta tre anni fa alla quale nessuno ha messo mano...per non parlare della situazione atavica di Terrensano, strada di Belcaro e Montalbuccio. Ma ci sono anche altre situazioni che restano, come dire, in sospeso, ma che i cittadini conoscono per viverle quotidianamente sulla propria pelle.
Basterebbe che la mano pubblica, leggi amministrazioni comunali, si muovessero per tempo, senza nascondersi su questioni di principio che rimandano la soluzione dei problemi a diatribe fra costruttori, e nel discernere se le strade in discussione sono di natura privata o pubblica.
Se una strada è buia e fatiscente, piena zeppa di buche e quindi pericolosa per veicoli e conducenti, si deve intervenire con tempestività in difesa dei propri amministrati e di quanti sono costretti a percorrerle. A Genova, per esempio, per non decidersi a turare una buca, mentre Comune e privati si palleggiavano la questione, c'è scappato il morto.
E allora mi chiedo se sia meglio prevenire e fare o lasciare che i rischi si trasformino in tragedie. Così semplicemente.

Roberto Morrocchi

 

 

 

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