BLOCK NOTES: TERREMOTO A SIENA, TANTE ANALOGIE CON IL SISMA DEL 1956

News inserita il 10-02-2023 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Anche allora diverse scosse nel mese di febbraio 

Ecco ci mancava proprio il terremoto al tempo della crisi energetica, della guerra in Europa e all'indomani della pandemia. Siena è stata, e lo è mentre scrivo, il bersaglio di un prolungato sciame sismico culminato nel boato delle 21 e 51 dell'8 febbraio. E il ''tremoto'' fa paura e mette addosso inquietudine.

Per lenire il malanimo mi viene in soccorso la D.ssa Viviana Castelli, storica presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Per il ciclo ''la storia si ripete" nel febbraio del 1956 dal 22 al 23 ben 36 scosse bersagliarono la città murata. La Nazione del 24 ci racconta che il sisma più forte si verificò alle 23.55 di mercoledì 22 e l'ultimo alle 12.49 del giorno seguente.

La scossa più forte in senso sussultorio durò quasi 5 secondi e fu valutata al settimo grado dell'allora Scala Mercalli.

L'epicentro, a quanto riferiscono i Padri Cappuccini, è stato nel centro di Siena. Il fenomeno non sarà avvertito a 10 chilometri dalle mura.

Centinaia di telefonate a Poggio al Vento con i Cappuccini che cercarono con forza di smentire notizie allarmistiche che davano per certo il verificarsi di scosse sismiche di grande potenza.

Ma la gente era in ansia e tutte le attività domestiche nei vari rioni sono cessate. I cittadini si riversarono nelle strade e nelle piazze.

Nonostante la rigida temperatura sotto zero nuclei di senesi si sono riuniti alla Lizza, in Piazza del Mercato...a Ravacciano e sul Campo. Furono accesi diversi fuochi per difendersi dal freddo pungente.

Unità e Lavoro, organo della Federazione Comunista, ci parla di una notte di terremoti e di una città in apprensione. Fortunati i possessori di automobili che si sono trasferiti nei borghi della Provincia.

Intorno ai fuochi i più anziani raccontano delle scosse del 1939 spingendosi fino al terremoto del 1909 quando la popolazione fu costretta a vivere per interminabili nottate nelle carrozze dei treni merci.

Il giornalista dell'epoca non rifugge da qualche nota di colore e ci dice che molti bar sono rimasti aperti tutta la notte e che il tabaccaio della Costarella ha terminato le scorte di sigarette. Due donne del Bruco uscirono in strada gridando "...se viene un'altra scossa qui le case cascheranno come carte".

Ma il febbraio del '56 non lasciò strascichi e visto che la storia si ripete non ci resta che guardare al futuro con un pizzico di speranza.

Roberto Morrocchi 

 

 

 

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