BLOCK NOTES: MONTE DEI PASCHI, PIANGERE SUL LATTE VERSATO

News inserita il 22-06-2017 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Se lo Stato fosse intervenuto un anno fa, la Banca non avrebbe perso i miliardi dei depositi dei suoi clienti, risparmiatori e investitori. Le scorte non sarebbero state così devastate

Stando al sempre ben informato De Rosa del Corriere della Sera, la questione Monte, aperta da dicembre, sembra arrivata alla stretta e alle soluzioni finali.
Il piano, che dovrà essere comunque “licenziato” da Bruxelles, si teorizza prima della meta di luglio, prevede la chiusura di circa 400 Filiali su di un totale di 2.100 e l'uscita dalla Banca di oltre 5.000 dipendenti, di cui 4.800 in Italia e 700 ca. nelle diverse rappresentanze estere.
Non si va per il sottile: si tratta di far fuori in un amen il 20% della forza lavoro della Banca più antica del Mondo. Dietro questi numeri si cela l'esigenza, più volte sostenuta dalla Commissione europea, di abbattere i costi complessivi a quella che viene definita una “soglia sostenibile”.
Sono numeri che fanno venire i brividi, diciamolo con franchezza, anche se gli esuberi dovessero essere tutti gestiti mediante prepensionamenti volontari. Chiaro che sia scattato subito l'allarme fra i dipendenti e le organizzazioni sindacali.
E' di fondamentale importanza vigilare, affinchè i posti di lavoro vengano sostanzialmente garantiti e nessuno sia licenziato in tronco. Ma voglio anche sperare che con un tale ridimensionamento il Monte dei Paschi di Siena, guidato da Marco Morelli, sia in grado di poter restare sul mercato finanziario con obbiettivi concreti e credibili.
A proposito di Morelli, anche l'amministratore delegato vedrà ridotto l'attuale stipendio, che passerà dagli attuali 1,4 milioni a 420mila euro lordi, onnicomprensivi.
Saranno rivisti anche gli emolumenti dei top-manager, per i quali è prevista una retribuzione media sui 300-320 mila euro lordi. E questo è un segnale positivo che dovrebbe essere colto da tutto il sistema bancario Italiano, e non solo.
Il piano prevede inoltre la cessione di 26 miliardi di sofferenze. Dopo la rinuncia di Fonspa e Fortress, sarà Atlante, il fondo gestito da Quaestio, ad acquistare – non sappiamo per quale percentuale , ma vedrete che non si scosterà molto dal 22-25% - le oramai famose o famigerate NPL (Non Performing Loans).
Vedremo cosa succederà. E' chiaro, però, che l'entrata dello Stato nel Monte, quale azionista di maggioranza della Banca, non può essere più rimandata. La Banca deve tornare a produrre e a sostenere le traversie dei mercati finanziari, avendo le spalle coperte, dopo aver fatto chiarezza sui costi, eliminando gli scheletri che erano nascosti nelle pieghe dei suoi bilanci.
Bene quello che finisce se non bene, alla meno peggio. Certo se lo stato fosse intervenuto un anno fa il Monte non avrebbe perso i miliardi dei depositi dei suoi clienti e risparmiatori e soprattutto degli investitori e le scorte non sarebbero state così devastate; ma piangere sul latte versato serve poco o niente.

Roberto Morrocchi

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv