BLOCK NOTES: CRISI DI GOVERNO, QUANTO POTREBBE INFLUIRE SUL MONTE DEI PASCHI?

News inserita il 18-07-2022 - Attualità Siena - Rubrica Block Notes

Le paventate elezioni anticipate rischierebbero di mandare a carte quarantotto i piani di Mps 

Ma la crisi governativa può influire sulla nostra città e sui cantieri aperti, vedi il Polo Industriale Farmaceutico e il salvataggio del Monte dei Paschi? Eccome se può influire! Ecco perché personalmente guardo con una certa ansia agli sviluppi della crisi aperta da Conte e i 5Stelle, in attesa dell’intervento di Mario Draghi alla Camera e al Senato e al conseguente voto di fiducia o meno al Presidente del Consiglio.
Non è un mistero che il piano dell’Amministratore Delegato del Monte, Luigi Lovaglio, necessita di tempi ben definiti e direi concentrati da qui alla fine del mese di novembre.
La Banca più antica del mondo, la nostra Banca, dovrà definire il previsto aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro, portando in porto il piano di esodi volontari e incentivati che dovrebbe coinvolgere circa 3.500 dipendenti. Questi i cardini della manovra pensata da Lovaglio e dai suoi collaboratori più stretti che nella migliore delle ipotesi dovrebbe portare BMPS fuori dai marosi entro il gennaio del 2023, quando i costi fissi in meno alla voce personale ammonteranno a 270milioni di euro.
E’ chiaro a tutti che una crisi, quella del Monte, lunga quindici anni deve arrivare ad una soluzione positiva nei tempi fissati da Francoforte, passando per Roma. Insomma la crisi di Governo e le paventate elezioni anticipate rischierebbero di mandare i piani del Monte a carte quarantotto.
Non è già una impresa semplice portare a termine entro la fine di novembre i tremilacinquecento esodi a cui Lovaglio punta per dare maggiore efficienza alla Banca, ma è soprattutto l’aumento di capitale di 2,5 miliardi il nodo gordiano da sciogliere subito. Il Governo Draghi, come noto, si è dichiarato disponibile a sottoscrivere l’operazione sul capitale per quanto di sua competenza, pari al 64% del totale, vale a dire a 1,6 miliardi. Ma se andremo verso elezioni anticipate e un governicchio che dovrà sbrigare solo gli affari correnti, addio aumento di capitale e addio agli esodi previsti che senza gli 800 milioni ca. occorrenti per definire la complessa operazione non potranno essere definiti.
Insomma non c’è futuro se a Palazzo Chigi non resterà l’unico garante della affidabilità e solvibilità italiana. Insomma non c’è un futuro, anche per il Monte, senza Draghi che deve arrivare, invece, fino alla scadenza naturale del suo Governo. Così se vi pare…o no.

Roberto Morrocchi

 

 

 

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