L'obiettivo principale era smantellare un'infrastruttura informatica che forniva illegalmente contenuti audiovisivi a oltre 22 milioni di utenti finali
In una maxi operazione contro lo streaming illegale, denominata "Taken Down", la Polizia Postale ha effettuato perquisizioni in quindici regioni italiane e in diversi paesi esteri. Questa infrastruttura si basava sul sistema delle IPTV illegali, che permetteva di captare e rivendere illegalmente i palinsesti live e i contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive nazionali e internazionali. L'operazione ha portato al sequestro di oltre 2500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa.
Le città e le nazioni coinvolte nell'operazione
Italia: Caserta, Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata.
Estero: Regno Unito, Svizzera, Svezia, Olanda, Germania. Inoltre, sono stati individuati server in Olanda, Romania e Cina.
L'organizzazione criminale, strutturata in modo verticistico, aveva ramificazioni in Italia e all'estero, con sedi scoperte in Romania e ad Hong Kong. I proventi del giro d'affari illegale, stimati in oltre 250 milioni di euro mensili, venivano in parte reinvestiti in criptovalute e denaro contante.
L'indagine ha rivelato che gli indagati utilizzavano applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi per eludere le indagini. La Polizia Postale ha monitorato diverse piattaforme social, individuando canali e gruppi che pubblicizzavano la vendita di abbonamenti mensili per la visione illegale di contenuti audiovisivi.
L'operazione "Taken Down", coordinata da Eurojust ed Europol, ha visto la partecipazione di oltre 270 operatori della Polizia Postale e delle forze di polizia straniere. L'obiettivo era smantellare un'infrastruttura informatica che forniva illegalmente contenuti audiovisivi a oltre 22 milioni di utenti in Italia e all'estero.
L.C.