La Manini Home impegnata in un progetto di ristrutturazione di una casa degli anni ‘70.
Quando si decide di ristrutturare una casa, bisogna tenere in considerazione molti aspetti, uno sicuramente da non trascurare è l’impatto ambientale che l’eventuale riqualificazione dell’edificio avrebbe sull’ambiente. Questo è stato il ragionamento di Fabrizio Mariottini e dell’avvocato Simona Giovagnola che hanno deciso di risistemare un edificio abitativo degli anni ‘70 seguendo quelle che sono le regole della bioedilizia. Giovagnola, Presidente anche di AssoBioedile, un’associazione locale che promuove la bioedilizia, crede fortemente nel progetto, sa bene che riqualificare un immobile degli anni passati con le nuove tecnologie è sicuramente un investimento sia per il presente che per il futuro. La casa in questione è all’interno di una schiera di abitazioni posta nelle immediate vicinanze del centro storico di Bettolle; un intervento di questa tipo può sembrare bizzarro se pensato in un contesto paesano, in realtà le tecniche di bioedilizia sono state utilizzate anche nel passato, solo che oggi stanno riscoprendo il particolare valore dell’utilizzo dei materiali prefabbricati. Si può in qualche modo chiamarla “bioedilizia moderna”, “coniando” questo termine perché oggi sarebbe impensabile “auto prodursi” l’intonaco con la terra del posto mischiandolo alla paglia e poi impastando il tutto a mano come facevano i nostri precursori.
Mattoni in terra cruda – Foto Produzione Matteo Brioni
Tornando al progetto dell’abitazione in questione, una volta analizzate tutte le criticità del progetto, abbiamo redatto degli elaborati esecutivi comprendenti ogni particolare costruttivo che potesse recare difficoltà alle maestranze presenti in cantiere. L’intervento quindi che andremo a fare, prevede il ripristino della copertura con un solaio in legno e mezzane, l’isolamento del tetto con 10 cm di fibra di legno ed infine la realizzazione di una camera di ventilazione. Questo pacchetto fungerà da protezione sia dal freddo in inverno che dal caldo in estate. Vorrei inoltre sottolineare che l’intonaco interno sarà a base di calce con finitura in argilla colorata per evitare vernici chimiche (l’intento è stato quello di far traspirare l’involucro perché coibentare non vuole dire “tappare”, bensì isolare dal freddo). Un ruolo fondamentale è ricoperto dall’esclusivo impianto termico che prevede una pompa di calore collegata alla macchina della Ventilazione Meccanica Controllata (VMC). Sono abituato ad usare questa tecnica per i nuovi edifici in legno in quanto è il sistema più efficiente in termine di consumi e di benessere. Dubito fortemente che in Provincia di Siena, se non a livello del centro italia, esistano ristrutturazioni riscaldate solo con il sistema ricambio d’aria ed aggiungo che abitare in una casa con la VMC è come respirare a 3000 metri, quindi niente polvere e allergie perché tutta l’aria è filtrata e purificata.
Schema impianto VMC
Alla fine di un progetto di questo tipo dobbiamo anche analizzare i costi ed i benefici dell’intervento proposto, ed ecco i vantaggi:
- Il primo vantaggio è sicuramente la qualità di vita che si innalza enormemente;
- Il secondo è senza dubbio la possibilità di detrarre la maggior parte dei lavori al 65% grazie agli attuali incentivi;
- Il terzo beneficio è il certificato energetico finale che passa dalla Classe G alla A+ quindi una rivalutazione della proprietà nel tempo. Rispetto alla classica ristrutturazione abbiamo speso circa il 15% in più ovvero quella percentuale concessa nei lavori di riqualificazione energetica rispetto alla semplice ristrutturazione; da aggiungere poi che la casa, alimentata unicamente ad energia elettrica non comporta spese di metano.
A cura del Geometra Leopoldo Manini, Consulente di Bioedilizia e di Risparmio Energetico CasaClima e sostenitore del Protocollo Passiv Haus. Amministratore Unico della Manini Engineering Srl, fondatore del Gruppo Bioedile
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