Il Sindaco di Siena ha incontrato i lavoratori in protesta di fronte a Palazzo Pubblico. "L’impegno è che il sito rimanga area industriale"
“Dobbiamo lottare tutti insieme perché questo sito va reindustrializzato, non si può chiudere e buttare via la chiave. Questo non lo accetto”. Così il Sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, durante la manifestazione dei lavoratori dello stabilimento senese di Beko Europe che si è svolta questa mattina, giovedì 21 novembre, per le strade del centro storico, con un passaggio anche di fronte a Palazzo Pubblico. Il corteo di protesta fa seguito all’annuncio dell’azienda, arrivato nella giornata di ieri, mercoledì 20 novembre, di voler cessare le attività a Siena al 31 dicembre 2025. “Questo sito è uno dei cuori di Siena – ha proseguito il Sindaco rivolgendosi ai lavoratori –, non si può pensare che sia di qualcuno che ne fa ciò che vuole: è vostro e di tutta la città. Farò tutto quello che è nel mio potere, io non mollo”.
“L'amministrazione comunale non può non impegnarsi su tutti i fronti possibili, ma la via maestra è quella della reindustrializzazione – ha proseguito il Sindaco rispondendo alle domande dei giornalisti presenti al seguito della manifestazione – e la stessa Beko dovrebbe e potrebbe darci una mano in tal senso: ci sono esempi, penso a Napoli, in cui si è verificato qualcosa di simile. E’ l'unica via che potrebbe essere risolutiva e che può effettivamente garantire la continuità lavorativa. Ci sono delle vite dietro, di intere famiglie. Il Golden Power, credo di aver capito, è difficilmente applicabile, per lo meno nei termini in cui forse speravamo”.
“Ho sentito dire ai lavoratori ‘non mollare mai’ - ha dichiarato Fabio - e mi associo: finché avrò fiato cercherò di sostenere le ragioni di questi lavoratori e di questa città”.
“L'altra partita, adesso – ha concluso il Sindaco –, è con la proprietà dello stabilimento. Su questo mi sono mossa immediatamente ieri sera e spero di potermi presto confrontare, perché si tratta di una debolezza che ha questa struttura anche rispetto alle altre del gruppo: l'azienda paga un affitto cospicuo, quindi la proprietà dell’immobile è una delle parti in causa per il futuro dei trecento lavoratori e delle loro famiglie. L’impegno è che lo stabilimento rimanga area industriale”.