Il leader di Azione sarà a Siena, sabato 30 novembre, davanti ai cancelli dello stabilimento di Viale Toselli
Più di un anno fa, il governo italiano ha esercitato la Golden Power per condizionare l’acquisizione degli stabilimenti Whirlpool da parte dell'azienda Turca Beko, un colosso nel settore degli elettrodomestici. In quell'occasione, il governo aveva imposto prescrizioni precise: divieto di licenziamenti e smantellamento dei siti produttivi, per tutelare gli oltre 4.000 lavoratori coinvolti.
A novembre di quest'anno, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito pubblicamente che l'occupazione sarebbe stata garantita. Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa. Beko ha annunciato la chiusura di due stabilimenti in Italia, lasciando a casa circa 2.000 dipendenti, contraddicendo le promesse fatte ai lavoratori e alle istituzioni.
Carlo Calenda, leader di Azione, ha criticato duramente l'operato del governo. "Ho letto quelle prescrizioni di legge, e non garantiscono affatto l'occupazione. Si tratta solo di una clausola di 'Best Effort', un impegno vago secondo cui Beko deve fare del suo meglio per evitare sovrapposizioni produttive tra gli stabilimenti italiani ed europei", ha dichiarato.
Secondo Calenda, la mancanza di vincoli stringenti ha reso impossibile fermare i licenziamenti. "I lavoratori, ora, si trovano completamente privi di protezione. Se non si interviene immediatamente, la Golden Power si dimostrerà un’arma spuntata", ha concluso, accusando il governo di aver dato false garanzie.
La vicenda evidenzia una gestione che, per Calenda, è stata "superficiale e inadeguata". Ora, spetta al governo dimostrare se sarà in grado di contestare l’operazione e salvaguardare migliaia di posti di lavoro. Carlo Calenda sarà a Siena, sabato 30 novembre, all'assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento senese di Viale Toselli.
L.C.