BAR PASTICCERIA TICCI, UNA STORIA LUNGA UN SECOLO

News inserita il 27-11-2015 - Ok Siena

Il racconto di un Caffè attraverso l’amore e la lungimiranza di una famiglia.

La storia di un luogo, di una città, di un paese passa anche e soprattutto attraverso i suoi “Caffè”, i bar che hanno fatto e continuano a fare la storia di quel posto. Certamente a metà dell’800, quando sono nati i primi Caffè, questi avevano un sapore molto diverso da quello che noi oggi intendiamo per “bar”, erano dei veri e propri centri di ritrovo per letterati, poeti, politici e attori; erano luoghi, accoglienti ed eleganti, in cui i “pensatori” facevano circolare le loro idee, alle volte scomode, altre ancora rivoluzionarie e lo facevano davanti ad una tazza di buon caffè, assaporandone tutto l’aroma e tutto il calore. A tal proposito oggi vorrei raccontare la storia del “Bar Pasticceria Lardori Ticci” che si trova a Torrenieri, un centro vicino a Montalcino, posizionato in via Romana 45/47 , proprio nella Cassia, la principale arteria viaria tra Firenze e Roma, la cui storia è, a dir poco, affascinante, ricca di poesia e animata da grande lavoro e retto sforzo. Siamo nel 1908 e Anassimandro Lardori, detto “Mandro”, proveniente da Montalcino, decide di rilevare la tabaccheria, il telegrafo ed il bar della stazione di posta di Torrenieri, dandosi immediatamente da fare con il cuccume di caffè ed il latte caldo, torte e dolci fatti in casa. L’anno successivo, Mandro, lascia la stazione di posta e affitta un altro locale, sempre sulla Cassia, dove apre un grande bar con tabaccheria, mettendo al primo piano camere e servizi che chiama “Locanda Carolina”, dal nome della moglie, deputata a gestirla. Con gli anni Mandro impara sempre più a gestire gli affari, vende case, negozi e appartamenti e proprio in quel momento comincia ad affacciarsi agli affari di famiglia il figlio Attilio, dimostrandosi molto efficiente e apportando una sua novità: introduce il gelato artigianale gradito da tutti gli abitanti del paese ed anche da editori, scrittori come Curzio Malaparte, Piero Bargellini, Giovanni Papini, Ignazio Silone e Aldo Palazzeschi. Insomma, con molto amore e grande sforzo, Attilio riesce nell’intento di trasformare il “bar” in un vero e proprio “caffè” che ricorda in molti aspetti proprio quello dei letterati. Attilio trova comunque tempo per costruirsi una famiglia e nel 1939 si sposa con Rea, da cui ha due figli: Tina e Torello, nato nel 1940. Siamo in piena seconda Guerra Mondiale e le difficoltà nonché lo scoramento si fa sentire anche a Torrenieri dove le bombe hanno fatto vittime e non pochi danni. In quello squallore ad Attilio gli capita un incontro interessante: una sera, altissimo in mezzo ai suoi ufficiali, vede entrare nel suo bar Charles De Gaulle, nella sua uniforme elegante ed imponente; De Gaulle, stanco dal lungo viaggio e dalle fatiche della guerra assapora con piacere quello che Attilio gli offre. E di fatti, in seguito, con grande stupore, Attilio riceve dall’Eliseo una richiesta di spedire a Parigi le “torte toscane” che il generale aveva apprezzato al suo bar. Appena terminata la guerra, il Ticci amplia il bar con un reparto di pasticceria e una ricca serie di liquori e vini, cambia poi il bancone e si munisce della macchina da caffè Simples in acciaio luccicante. Durante quegli anni, alla Pasticceria Ticci, molti si fermarono: da Greta Garbo a Chet Backer (trombettista americano), ma anche i piloti della leggendaria Mille Miglia: Taruffi, Biondetti, Castellotti ed i fratelli Mazzotto. Insomma il bar Lardori Ticci diventa una meta importante per i viaggiatori, per i pellegrini, per il paese e si costruisce un nome. Qualche anno dopo una disgrazia interrompe il lavoro di Attilio che, a causa di un incidente sul lavoro, diventa cieco. Questo però non lo fa arrendere, ma anzi, decide con grande coraggio di continuare a servire i suoi clienti aiutato dai figli. A questo punto, siamo a metà degli anni ’50, fa ingresso nella storia della pasticceria, Torello, il figlio che sin da piccolo si divertiva a fare biscottini e dolcetti. Nel 1964, quando il Ticci scomparve, Torello, terza generazione dei Lardori pone al centro del nuovo banco l’imponente macchina da caffè San Marco che avendo davanti una bombatura importante fu subito chiamata dai clienti la “Lollobrigida”. Torello, sposato con Laudomia e padre di Elisabetta ed Elena raffina ancora di più il reparto della pasticceria, cambiando nuovamente sede nel 1978, rimanendo comunque nella Cassia. Il nuovo caffè viene intitolato al Ticci e Torello trova finalmente nel suo laboratorio modernissimo, il sogno di anni, mentre Laudomia offre ai clienti le delizie preparate dalle abili mani del marito. Ad oggi, il Bar Ticci, portato avanti da Torello, Laudomia e dalle due figlie, Elisabetta ed Elena, abili pasticcere e che nel 2008 ha festeggiato il centenario della propria attività a Torrenieri, è un luogo in cui poter assaporare paste e dolciumi gustosi in buona compagnia, ricordardoci che, proprio in questo periodo, sotto il Santo Natale, Elisabetta ed Elena preparano il “Panettone al Brunello di Montalcino” ed è proprio il caso di dire: “Il panettone Ticci sposa il re dei grandi rossi senesi, il Brunello di Montalcino!” Coloro che fossero interessati a conoscere qualche prelibatezza del Bar Ticci potranno ricercarlo sabato 5 e domenica 6 dicembre in Piazza del Campo a Siena in occasione del tradizionale mercatino natalizio.

Chiara Lenzini

 

 

 

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