ANDREA BELLI E LO SPRINT MENS SANA: “SESTO POSTO? SIAMO IN CORSA”

News inserita il 20-12-2024 - Mens sana Basket

Il play-guardia parla alla vigilia della trasferta contro la capolista: “San Miniato imbattuta in casa, ma c’è sempre una prima volta…”

Andrea Belli ha preso per mano la Mens Sana. Lo ha fatto col passare delle settimane, arrivando da Castelfiorentino con le giuste credenziali per guidare i colori biancoverdi alla scoperta della B Interregionale, ma anche passando attraverso un lavoro compiuto su se stesso, un lavoro fatto di riconversione personale da leader a uomo-squadra, andato di pari passo con la costruzione messa in atto dallo staff tecnico e dai suoi compagni per far decollare l’annata biancoverde. “Venivo da un contesto nel quale avevo la palla in mano per 35’ a partita – spiega il 25enne play-guardia firmato in estate da Note di Siena –, è servito un po’ di tempo per adattarmi al meglio alle caratteristiche di una squadra nella quale ci sono tanti realizzatori e con gerarchie in parte già definite dalle passate stagioni.

La Mens Sana ha 10-11 giocatori che possono stare in campo e dire la loro, qui anche un 2006 come Tilli non è il classico ragazzino aggregato alla prima squadra, bensì un elemento che quando entra in campo lo fa per dare un apporto importante. Il processo di conoscenza e di crescita ha dato buoni frutti, credo che adesso ci siano margini per andare oltre”.
Magari già domenica prossima, sul campo della capolista San Minato?
“San Miniato è la squadra più giovane del campionato e quella che mette più intensità, lo dice il numero di possessi che mediamente gestisce in partita, il più alto di tutto il girone: dovremo pareggiarla, questa intensità, anche sfruttando la nostra maggior fisicità in determinati ruoli, ad esempio tra i lunghi dove possiamo contare su giocatori che hanno centimetri e stazza come Ragusa e Prosek. Andremo a far visita a una squadra che in casa è imbattuta, però c’è sempre una prima volta…”.
Che spiegazione dà al diverso rendimento della Mens Sana tra casa e trasferta?
“L’effetto palasport, insomma il fattore campo, aiuta molto, questo però non deve diventare un alibi. Indiscutibilmente nelle ultime partite lontano da casa siamo una squadra ben diversa rispetto a quella che si vede tra le mura amiche: una soluzione va trovata nell’immediato, strappare due punti in una gara come quella di domenica prossima vorrebbe dire dare un segnale importante, a noi stessi e al campionato”.
Intanto avete allontanato La Spezia in classifica…
“Successo fondamentale, i 4 punti di distacco significano molto per la nostra stagione. Adesso è importante non commettere altri errori come avvenuto contro Arezzo, in un campionato così corto la differenza punti è molto importante: speriamo di non pagarlo quel passo falso, comunque ancora la lotta per il sesto posto è apertissima”.
Note di Siena riuscirà nell’impresa?
“Le possibilità ci sono, ce la giochiamo e credo ce la giocheremo fino in fondo con Quarrata, Arezzo e pure con la Virtus, che penso sia destinata a risalire in classifica perché ha una squadra molto forte, alla quale è stato aggiunto un giocatore di livello come Guerra. Ci aspettano settimane di fuoco, in un mese e mezzo si decide tutto: dobbiamo sfruttare il fatto di avere quattro partite in casa, ma anche in trasferta serve un’inversione di tendenza”.
Quella che aveva lasciato, nel 2017, era una Mens Sana molto diversa…
“Sono stato qui per quattro stagioni, il mio primo anno di settore giovanile a Siena è stato l’ultimo della Mens Sana Basket, poi ho vissuto la ripartenza del 2014, che stata una ripartenza comunque importante e sempre mirata ad ottenere risultati di prestigio a livello nazionale: esperienze che mi hanno formato come giocatore e fatto crescere sul piano caratteriale, ho avuto allenatori importanti come Michele Catalani e Francesco Papi, c’erano coetanei del 1999 che poi hanno fatto strada, penso tra gli altri a Cepic e Campori che oggi sono alla Pielle Livorno, ma anche tanti ’98 di livello come Bucarelli, Pedroni che abbiamo appena affrontato a Cecina, e ovviamente Matteo Neri che invece ho ritrovato qui come compagno di squadra. La prima squadra andavo a tifarla in tribuna, oggi la tribuna tifa per me anche se a più basso livello: è strano e bello al tempo stesso, dà una grande carica”
Tra Andrea Belli e Edoardo Pannini c’è un’amicizia fraterna?
“Sì, assolutamente. Edo è la persona che più di ogni altra mi ha introdotto nell’ambiente Mens Sana in quel periodo di settore giovanile: eravamo compagni di squadra, ma pure compagni di classe al “Galilei”, passavamo assieme 8-9 ore al giorno, lì è nato un rapporto che va oltre il campo, un’amicizia forte e bella che abbiamo mantenuto nel tempo e che, una volta tornati compagni di squadra, ci fa essere in piena sintonia in tutto ciò che facciamo, dentro e fuori dal campo”.
E Paolo Betti?
“È stato lui a formarmi a livello senior, non mi ha solo allenato come giocatore, mi ha fatto crescere sul piano umano e caratteriale. Non nascondo che sul campo avevo un atteggiamento sempre molto esuberante, se oggi risulto più equilibrato e più disponibile nei confronti della squadra lo devo a lui, agli step di crescita che mi ha fatto fare soprattutto tra i 17 e 20 anni. Se poi la domanda era riferita alla mia scelta di venire alla Mens Sana, di sicuro sapere che Paolo allenava qui ha rappresentato una spinta in più nella decisione di farlo, come del resto la presenza di Ale (Pucci, ndr) e di Edo”.
L’idea di salire al piano di sopra non le è mai venuta?
“Ho ricevuto offerte negli anni per farlo, sono sincero, ma ho privilegiato il percorso personale lavorativo e ad oggi non mi sono mai pentito, anche se…mai dire mai. L’Abc per me è sempre stata una famiglia, sono rimasto a Castelfiorentino sette stagioni per una questione di forte attaccamento alla maglia e a tutto l’ambiente, quando sono arrivato in prima squadra ho giocato anche con mio fratello Emanuele, mio padre è stato per tanti anni direttore sportivo dell’Abc: insomma solo la Mens Sana, la sua storia, il suo pubblico, e le amicizie delle quali abbiamo già parlato, potevano portarmi via da Castello in questi anni”.
Forse era anche finito un ciclo, all’Abc, con la clamorosa salvezza raggiunta nell’ultima stagione?
“Ho lasciato un gruppo attaccato e unito in maniera incredibile. È stato proprio l’amalgama a permetterci quelle sette vittorie nelle otto partite della seconda fase: un’impresa notevole se si pensa che eravamo partiti con appena 2 punti in classifica, quattro in meno della penultima, e dopo una fase regolare nella quale avevamo vinto appena cinque partite. È uscito lo spirito di gruppo, in quelle settimane, la voglia di dimostrare che un ciclo caratterizzato da tanti successi, anche da vittorie di campionati, non era giusto si chiudesse con una retrocessione”.
La B Interregionale di quest’anno che connotati ha?
“È più difficile, soprattutto è molto equilibrata verso l’alto. Lo scorso anno Cecina e Empoli erano nettamente più forti, si staccavano rispetto al resto delle altre squadre, adesso il livello generale è molto alto e c’è davvero tanto equilibrio, come dimostra la classifica. Ogni partita fa storia a sé, sulla carta risultati come la sconfitta del Costone con Arezzo nel girone di andata o la nostra vittoria su Empoli non erano certo pronosticabili, giusto per fare un paio di esempi”.
Ha già fatto alcuni accenni al pubblico della Mens Sana…
“Non si può non farlo, il tifo biancoverde ti dà una spinta pazzesca e per il tifo scendi in campo con l’idea di fare sempre un passo avanti: il pubblico merita di essere ricambiato per l’affetto, il sostegno, il calore che dimostra nei nostri confronti. Sono sincero, all’inizio della stagione ho anche sentito il peso e la responsabilità di avere alle spalle tutta questa gente che vive per la Mens Sana 7 giorni su 7, senza una pausa, senza mai pensare ad altro. Altrove non succede, non a questi livelli almeno”.
Si spiegano così le dediche al Settorino quando fa canestro da 3 punti?
“Li indico perché fanno ambiente, sono sempre dalla nostra parte. Anche per gli incoraggiamenti che ho ricevuto quando ero infortunato, periodo in cui molti tifosi mi hanno scritto o comunque si sono interessati al mio stato di salute: ripeto, qui alla Mens Sana c’è un’atmosfera unica, bellissima e stimolante al tempo stesso”.
Infortunio che le ha impedito una prestazione all’altezza contro il Costone…
“È stato logorante, straziante sapere di non poter dare fisicamente ciò che avrei voluto. Nei primi due quarti, a freddo, non ho sentito nulla, come siamo rientrati in campo dall’intervallo ho sentito delle fitte dolorosissime e non è stata più la stessa partita. Sapevo e sentivo quanto questa partita contasse per il pubblico e per i ragazzi che nello scorso campionato l’hanno disputata come finale del campionato, sono però convinto che al ritorno sarà tutta un’altra storia”.
Matteo Tasso

 

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