AGRICOLTURA SENESE IN FORTE SOFFERENZA: CIA IN MOBILITAZIONE

News inserita il 28-01-2025 - Attualità Siena

Taddei: "Serve un cambio di passo netto ed urgente, più valore a chi produce". Nel mese di febbraio si svolgerà l’Assemblea provinciale di Cia Siena: promossi incontri nel territorio

Annata agraria negativa, costi di produzione in aumento, volatilità dei prezzi e redditi in contrazione per gli agricoltori. È il quadro critico tracciato dalla Cia Agricoltori Italiani di Siena, che punta il dito contro i provvedimenti adottati negli ultimi mesi da Europa, governo nazionale e Regione Toscana, giudicandoli insufficienti per affrontare le molteplici emergenze del settore. Tra le priorità rimaste irrisolte spiccano la peste suina africana (PSA), il problema dei predatori e degli ungulati, le criticità nella gestione della filiera e la risorsa acqua.

In questo contesto delicato, la Cia Siena ha annunciato per febbraio la propria assemblea provinciale, un momento cruciale per presentare proposte concrete volte a rilanciare l’agricoltura locale. In preparazione a questo appuntamento, saranno organizzati incontri su tutto il territorio provinciale, con tavoli di ascolto rivolti agli associati, ai rappresentanti della Confederazione e alle istituzioni locali.

“L’agricoltura è a un punto di svolta, occorre imboccare la strada giusta”, ha dichiarato il presidente di Cia Siena, Federico Taddei. “Ridare centralità al settore significa superare proclami e chiusure ideologiche, agendo concretamente sulle priorità e le emergenze. Le nuove regole di bilancio, a livello europeo e nazionale, impongono una revisione dei deficit: anche la Toscana e la provincia di Siena devono affrontare questa sfida con un utilizzo più mirato ed efficace dei fondi. È necessario razionalizzare la distribuzione delle risorse della PAC, favorendo una redistribuzione più equa e giusta.”

Cia Siena sottolinea inoltre l’importanza di tutelare chi produce cibo Made in Italy, partendo dalle aree interne, che rappresentano il 56% della superficie coltivabile. Questo tema è stato ribadito anche durante l’assemblea nazionale della Confederazione a fine 2024. “Serve un cambio di passo netto e urgente – ha aggiunto Taddei – per rispondere alle sfide del clima, dei mercati e della transizione, andando oltre le misure penalizzanti degli ultimi anni.”

Le priorità di intervento di Cia per permettere all’agricoltura di uscire dal bivio e riprendere la strada dello sviluppo:

ACQUA – Per fronteggiare lo squilibrio climatico, tra alluvioni e siccità, tutelando al contempo risorse idriche, agricoltura e territori. E’ urgente un piano invasi (medio grandi, laghetti ed opere di distribuzione capillari e diffuse).

AREE INTERNE – Investire sulle zone rurali è un’urgenza economica e sociale, che necessita di una strategia unica nazionale che arresti lo spopolamento in queste aree.

VALORE LUNGO LA FILIERA – Il riconoscimento del giusto valore a ogni prodotto agricolo è un ambito strategico per Cia, tanto più che ancora oggi su 100 euro spesi dal consumatore, solo 7 restano in tasca al produttore, contro i circa 19 euro di commercio e trasporto.

RICERCA E INNOVAZIONE – Prioritaria è la definizione di un Piano nazionale per l’impianto di specie più resistenti alle malattie e più tolleranti ai cambiamenti climatici.

FAUNA SELVATICA – È una battaglia che Cia porta avanti da anni, il contenimento di ungulati e predatori non è più rinviabile, resa ancora più pressante dall’emergenza peste suina, che mette a rischio il comparto suinicolo nazionale.

LAVORO AGRICOLO – La carenza di manodopera ormai è strutturale all’interno del comparto. Una prima risposta per Cia è arrivata dal nuovo Decreto Flussi 2025 ma occorrono interventi per assicurare la stabilità della manodopera e la semplificazione di procedure ed adempimenti.

BILANCIO UE – Il bilancio europeo non può essere rivisto al ribasso, ma va valorizzato ed efficientato, rendendolo adeguato a rispondere alle sfide future.

PAC DEL FUTURO – Bisogna disegnare una Politica agricola comunitaria più flessibile per intervenire subito nelle situazioni di crisi e più attenta a tutelare andamento produttivo e reddito agricolo.

POLITICHE COMMERCIALI – Servono regole comuni sul commercio che tutelino la parte agricola, chi produce. La parola chiave negli accordi deve essere reciprocità, per tutelare il prodotto italiano ed europeo ed evitare sia la concorrenza sleale di Paesi terzi sia nuovi rischi sui mercati, a partire da quelli fitosanitari.

 

 

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