Domenica il grande evento che tiene con il fiato sospeso un paese intero. Spettacolo garantito e una corsa piena di colpi di scena.
Perché venire al Palio dei Somari di Torrita di Siena? Di motivi ce ne sono tanti. Gli habitué hanno il proprio rito che viene "quasi" sempre rispettato. A Torrita poi bisogna prenderla larga e per spiegare cosa significa vivere il giorno del Palio è meglio partire dalla notte della vigilia che ha sempre un sapore particolare. C'è chi non dorme e si ritrova in gruppo ad attaccare gli striscioni in tribuna prima dell'alba. Poi ci sono le parrucchiere con il caffè bollente già in mano a notte fonda perché le dame presto arriveranno a sistemarsi l'acconciatura. Per non parlare di chi, tra un sorso di vin santo e un coro, fa le ore piccole sognando la vittoria l'indomani. E’ un'ecosistema di umori, passioni e stati d'animo che penetrano nelle menti e nei cuori di ogni contradaiolo. E poi c'è il risveglio con o senza mal di testa.
La domenica è il giorno di festa - e della corsa - ma anche quello dove l'amicizia viene un po' messa da parte (momentaneamente e quasi sempre pacificamente!) per lasciare posto a una sana rivalità paliesca. Sin dalla mattina è uno spettacolo di colori e di entusiasmo da vivere e assaporare almeno una volta nella vita. Quelli che seguono sono soltanto cinque umili ragioni valide (ma non le uniche!) per venire a vedere il Palio dei Somari di Torrita. Dedicato, soprattutto, a chi ancora è indeciso se fare una trasferta o meno in direzione Torrita. Pronti?
- Il Palio dei Somari, la corsa più indecisa che ci sia. "Il fantino conta". "Ma dove va se il ciuco non ce l'ha?". "Sì ma a parità di somaro il fantino conta...". "Ma che significa a parità di somaro?". "No si è fermato proprio ora che era fattaaaaaaa...". Ormai chi il Palio lo vive e lo vede da anni ha capito una cosa: non esistono i favoriti della vigilia. Le contrade sono otto e partono tutte alla pari. Ci sono i ciuchi con i loro umori e le giornate storte o magiche che siano e per i fantini, spesso, il compito diventa arduo. Per questo il divertimento è assicurato. I colpi di scena sono sempre dietro all'angolo, il già fatto diventa impossibile e i miracoli possono succedere. Per chi si siede in tribuna, e non è un torritese, è una goduria dall’inizio alla fine. Per i contradaioli è un pathos continuo. Per entrambi sono emozioni da vivere.
- Il corteo storico. Sempre più bello, sempre più curato, sempre più suggestivo. La domenica mattina il centro medievale di Torrita sembra rinascere ed ha l'occasione di mostrarsi per quello che è: un gioiellino tutto da esplorare. Parte del merito è anche del corteo e delle sue comparse che svolgono impeccabilmente il loro ruolo camminando con i bellissimi vestiti d'epoca a ritmo dei tamburi e con le bandiere che puntano al cielo. Un toccasana per gli occhi.
- L'aperitivo e il "pranzino" della domenica. Il corteo della mattina finisce prima dell’ora di pranzo e alla corsa c'è ancora un po’ di tempo. Per i contradaioli l'occasione è ghiotta (in tutti i sensi!) per ritrovarsi per ingannare l'attesa. L'aperitivo al bar è quasi un momento solenne tra battute, sfotto' e novità last minute. Tutti con il fazzoletto al collo e con la sana euforia del momento. E poi c'è il pranzo. C'è chi lo fa in contrada (rigorosamente tra gli associati) e chi apre le porte agli ospiti che vengono da fuori. Ma sono anche molti quelli che si gustano un panino preparato ai box allestiti dalle contrade rimanendo comodamente seduti sulle tribune del campo da gara. Per assaporare gli ultimi istanti di tranquillità prima che il Gioco del Pallone (il luogo della corsa) diventi una bolgia di colori, tifo e rumore contradaiolo.
- Le coreografie. Spesso rimangono top secret fino all'ultimo secondo. E' un momento atteso e addirittura delicato perché in un attimo viene mostrato un lavoro durato, magari, alcune settimane. Accompagnati da applausi, cori e i naturali sfottò verso le contrade rivali, le coreografie sono un altro aspetto caratteristico della festa: esprimono la creatività delle contrade che, con la loro organizzazione, donano un ulteriore valore aggiunto alla manifestazione dedicata a San Giuseppe.
- Partiti! Ecco, quando lo speaker urla questa parola al microfono tutto quello che è stato prima viene dimenticato. C'è la corsa e basta e gli occhi sono solo per il campo di gara (no, nemmeno per lo smartphone!). Quello che succederà non è una equazione matematica e, se volete proprio saperlo... Venite al Palio! Torrita vi aspetta a braccia aperte.
Luca Stefanucci