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IL TIRAMISÙ, PECCATO DI GOLA ITALIANO, È NATO A SIENA

News inserita il 14-09-2012

Classificato come prelibatezza veneta, in realtà il dolce vide la luce nel senese alla fine del XVII secolo, in occasione della visita dell’allora Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici.

La cucina italiana è la migliore, già lo sapevamo da un pezzo. Tra i piatti forti a fare da capo c’è la Pizza Napoletana, ma in pochi sanno che tra di essi spunta uno dei dolci più semplici e più buoni, il Tiramisù.

Nella classifica dei dolci più amati nel nostro paese risulta essere sempre ai primi posti. La sua preparazione si presta alle variazioni di ingredienti più incredibili: c’è chi usa il pan di spagna al posto dei savoiardi, chi la crema la realizza con la panna, chi preferisce prepararlo con una crema di zabaione, e a seconda della stagione con la frutta del momento, molte ricette di tiramisù moderni prevedono l’utilizzo, di fragole, frutti di bosco, arance, limoni e persino pistacchi.

Ma la ricetta originale prevede l’impiego, di uova, caffè, mascarpone e marsala. Solo questo.

La storia invece sembra un po’ più complicata. La paternità del dolce è contesa tra due regioni italiane, la Toscana e il Veneto. Decidere chi abbia torto e chi ragione diventa abbastanza complicato, specie quando storia e leggenda si fondono e si uniscono sino a crearne un mito della pasticceria nazionale.

Una delle versioni ci racconta che Camillo Benso conte di Cavour chiese ad un pasticciere torinese di creare un dolce che sostenesse il goloso statista nella sua difficile opera di unificare il territorio italiano. Da qui il nome, appunto, di “tiramisù”.

Ma la storia più accreditata, quella che si suppone, e si crede, che sia la più vera parte da un tempo più lontano, all’incirca verso la fine del XVII secolo.

Si racconta che il dolce, vide la luce a Siena, in occasione della visita dell’allora Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici. Vanitoso, scialacquatore e amante dello sfarzo, e, a quanto pare, anche piuttosto goloso.

Il Granduca apprezzò molto il nuovo dolce che in suo onore fu battezzato “zuppa del Duca”. Quando partì verso la corte di Firenze si portò dietro la ricetta. A quel tempo Firenze era il crocevia di intellettuali e artisti provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo, così tra un assaggio e l’altro la “zuppa del Duca” acquistò notorietà, oltrepassando i confini del ducato, arrivando a Venezia e a Treviso.

Ma come si arrivò a chiamarlo “Tiramisù”? E per quale motivo?

La leggenda ci narra anche questo.

A quel tempo il dolce girava prevalentemente nelle corti, e divenne ben presto il dolce prediletto dei cortigiani, anche perché gli attribuivano proprietà eccitanti e afrodisiache, tanto che vi era l’abitudine di consumarne grandi e abbondanti porzioni prima di ogni amplesso amoroso.

Ed ecco che il nome dato originariamente in onore del Granduca, “zuppa del Duca”, si tramutò in un nome più semplice ma molto più allusivoTiramisù”.

Un’altra storia colloca la nascita del Tiramisù a Treviso, c’è chi sostiene che sia nato solo negli anni 70, c’è persino un nostro connazionale, emigrato negli USA che ha divulgato la falsa notizia di essere stato lui l’ideatore e il padre del Tiramisù.

Posso solo dire che la bis nonna di mia nonna già conosceva questa ricetta, e nei primissimi del 900 era già passata di mano in mano ad una decina di generazioni, e mia nonna aveva poco più di 6 anni allora.

Per quanto riguarda le virtù afrodisiache , c’è da dire che la presenza di caffè, cioccolato e uova possono conferire al dolce un potere leggermente eccitante. Per quanto riguarda il valore energetico è semplicemente una bomba, questo grazie alla presenza di ingredienti ad alto tenore di grassi.

Ma in fin dei conti siamo un po’ invidiosi di quei cortigiani che ne mangiavano grandi porzioni prima degli incontri amorosi coniugali e/o extraconiugali, chiunque vorrebbe “affogare” nel Tiramisù, ma naturalmente quello originale.

La ricetta originale

Preparazione del Tiramisù

Ingredienti per 6 persone :
- 500 g di mascarpone
- 80 g di zucchero
- 4 uova
- 250 g di savoiardi
- 1 tazza di caffè forte (meglio espresso)
- 1 bicchiere di Marsala
- cacao amaro in polvere q.b.
- scaglie di cioccolato fondente

Esecuzione:

Separate i tuorli dagli albumi.
Montate i tuorli insieme allo zucchero fino a ottenere un composto bianco e spumoso. Con un cucchiaio in legno lavorate il mascarpone a temperatura ambiente finché diventa una crema liscia e senza grumi. Unite al mascarpone il composto di uova e zucchero, amalgamandolo bene. Montate gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale e aggiungete con delicatezza alla crema di uova.

Miscelate il Marsala con il caffè a temperatura ambiente. Aggiungete due cucchiai di acqua. Immergete velocemente i savoiardi nella bagna così ottenuta: i biscotti dovranno risultare ben imbevuti, ma non completamente zuppi (in caso contrario si sbriciolerebbero). Foderate il fondo di una vaschetta in plastica per alimenti con uno strato di savoiardi. Quindi stendete uno strato di crema al mascarpone, livellandolo con una spatola, alto un 3 cm circa.
Procedete con un secondo strato di biscotti e coprite con la rimanente crema, avendo cura di tenerne da parte una piccola quantità per la decorazione.

Spolverate con del cacao in polvere e mettete in frigo una mezz’ora. Dopodiché affogate pure nel tripudio dei sensi.

Maria Luisa Chiarenza - Fonte: www.lavika.it

 

 

 

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