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WHIRLPOOL, LANDINI: "PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DEL SITO DI SIENA"

News inserita il 07-02-2020

Un’ora di sciopero alla fine di ogni turno: così oggi (7 febbraio) anche a Siena, (qui)  i lavoratori Whirlpool aderiscono alle azioni di mobilitazione indette a livello nazionale da tutti i sindacati uniti.

“La vertenza Whirlpool è grave e molto complessa – spiega il segretario generale di Fim Cisl Siena Luciano Landini -. Questa mobilitazione è necessaria e interessa le sedi territoriali dell’azienda di tutta Italia dove si stanno effettuando assemblee e scioperi mentre si sta programmando una grande manifestazione nazionale alla quale aderiranno tutte le sedi Whirlpool d’Italia”

E sempre Luciano Landini esprime le proprie considerazioni in merito alla giornata di ieri (6 febbraio), durante la quale l’AD di Whirlpool Italia Luigi La Morgia, ha prima fatto visita allo stabilimento cittadino, confrontandosi direttamente con i lavoratori, e poi incontrato il sindaco Luigi De Mossi.

“Prendo atto – dichiara Landini - delle dichiarazioni con cui Luigi La Morgia tende a tranquillizzare i lavoratori e le istituzioni senesi riguardo al futuro dello stabilimento Whirlpool di Siena. Saranno i fatti che dovranno nel tempo confermare gli impegni assunti ieri dall’amministratore delegato. Purtroppo nel sito di Siena ad oggi non si sta realizzando l’incremento dei volumi previsti nel piano industriale riferito al triennio 2019/2021 firmato in sede ministeriale nel mese di ottobre 2018. I dipendenti continuano a lavorare ormai da anni circa al 40% dell’orario di lavoro, utilizzando in maniera massiccia gli ammortizzatori sociali e arrivando alla fine mese con stipendi ridottissimi che stanno creando sempre più difficolta ai lavoratori e alle loro famiglie. Il prossimo 6 aprile (secondo le normative attuali) gli ammortizzatori sociali termineranno sia per lo stabilimento di Siena che per altri stabilimenti Whirlpool dislocati sul territorio nazionale. Spetterà al governo decretare una nuova forma di ammortizzatori sociali straordinari per garantire anche sul nostro stabilimento il livello occupazionale. Con gli attuali volumi produttivi infatti, e senza il sostegno di un nuovo piano di ammortizzatori sociali sarebbe una catastrofe. A questo si aggiunge la gravissima situazione dello stabilimento di Napoli che l’azienda (anche nell’ultimo incontro svoltosi al MISE lo scorso 29 gennaio) ha confermato di voler chiudere dal prossimo 31 ottobre. Se questo avvenisse 420 lavoratori perderebbero il proprio posto”. 

 

 

 

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