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ALL'ISTITUTO SARROCCHI SI PARLA DEL BULLISMO

News inserita il 10-01-2020

L’assessore all’Istruzione Paolo Benini insieme alle attrici Ambra Angiolini e Ludovica Modugno, Federica Vincenti coproduttrice della Goldenart Production, la professoressa Laura Occhini dell’Ateneo senese e la docente Paola Calise Piro dell’Istituto Tito Sarrocchi per parlare di bullismo e del rapporto genitori-figli-scuola. Un confronto aperto, che ha riscosso un grande successo, su un tema di grande attualità che ha preso spunto proprio dal testo teatrale de “Il Nodo”, prima nazionale, in scena al Teatro dei Rozzi di Siena, questo 11 e 12 gennaio. Per l’occasione, oggi 10 gennaio, l’aula magna dell’Istituto si è così trasformata in un spazio dedicato al dialogo tra studenti, professori, esperti e le stesse interpreti della pièce teatrale. <<La sensibilità del mondo sui problemi relazionali tra persone è cambiato. Questo è un tema molto serio - ha affermato Benini - perché vessare una persona specifica ci mette davanti a due problemi: il primo è il carnefice e il secondo sono le vittime. Sono soggetti che molto spesso hanno caratteristiche precise, ovvero sono persone che presentano già a monte degli elementi di fragilità che lo rendono più aggredibile. E questo aspetto troppo spesso viene dimentichiamo soprattutto all’interno della scuola,ma anche negli ambienti di lavoro con il fenomeno del mobbing. È importante lavorare su un’alfabetizzazione emozionale e su come costruire interazione e al tempo stesso riconoscere la vittima fin dalle classi più giovani. Non è che quando togliamo il carnefice, la vittima vive meglio. Dobbiamo lavorare sul soggetto fragile evitando, soprattutto in famiglia, un iperprotezionismo malato. Sono meccanismi educativi da valutare anche con i genitori ponendoci domande su chi sono le vittime, come si generano le vittime e come possiamo aiutarle veramente? La relazione vittima-carnefice è una relazione clinica precisa con due soggetti che hanno entrambi problemi e che nella loro relazione sbagliata cercano una propria identità. Quello che conta è essere solidi e su questo bisogna lavorare>>.

 

 
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