SIENA: IL SINDACO VALENTINI SULLA SETTIMANA DEL CONTEMPORANEO
News inserita il 13-10-2015
“Le
parole chiave del programma di Siena Capitale italiana della Culturasono state partecipazione, innovazione e condivisione. Le tante
iniziative, infatti, non sono calate dall’alto bensì prodotte da
un percorso di confronto e di stimolo reciproco tra le istituzioni e
gli operatori cittadini che hanno deciso volontariamente di
impegnarsi. Il vasto programma, al quale i cittadini sono invitati a
partecipare, è stato pensato, coordinato e realizzato da quella
parte di città che quotidianamente si confronta con questi temi”.
Il
sindaco di Siena, Bruno Valentini, ci tiene a raccontare il percorso
condiviso che ha portato alla realizzazione del programma della
Settimana del contemporaneo in corso in questi giorni. Incontri,
workshop, laboratori e mostre di artisti senesi al Santa Maria della
Scala, ma anche installazioni di artisti internazionali e performance
(musicali, di danza e teatrali) in altri luoghi della città.
“Gran
parte dell’arte contemporanea tende a dividere i giudizi per
definizione, perché è strettamente legata al vissuto quotidiano dei
cittadini e per questo motivo è arduo attribuirle significati
definitivi, ma l’idea che abbiamo portato avanti è quella di
aprire le nostre porte a questo tipo di espressione, che appassiona
tanti giovani, tanti studenti, tanti senesi e non solo.
Non
è un caso se abbiamo utilizzato tutta la città rendendola un museo
a cielo aperto, comprese le periferie dimostrando che questa
operazione aveva come target primario i cittadini, non solo i
turisti. Un’idea questa che viene direttamente dal percorso di
candidatura di Siena capitale europea della cultura 2019, i cui
contenuti principali non sono stati riposti nel cassetto, al pari
delle altre città italiane che hanno condiviso con noi queste
esperienza: Cagliari, Perugia, Ravenna e Lecce. Sono state molte le
persone coinvolte. Alcuni dei progetti e delle installazioni vengono
direttamente dalla fase di candidatura a Capitale Europea della
Cultura. Basta vedere “Siena Sorride” di Clet sulla facciata del
palazzo pubblico: quell’idea è stata addirittura la copertina del
nostro dossier di candidatura, prendendo corpo nella giornata
nazionale che l’Italia ha dedicato all’arte contemporanea”.
“Il
dibattito che si è instaurato in questi giorni è interessante. Si
affacciano più visioni dell’arte contemporanea, alimentando un
dibattuto che dalle sale del Santa Maria della Scala arriva nelle
piazze e sui media, anche nazionali. Non va però dimenticato un
passaggio importante: il programma è nato veramente dalla
partecipazione di chi quotidianamente in questa città si occupa di
cultura e di arte. Tutto scaturisce dagli Stati Generali della
Cultura che l’assessore Vedovelli ha voluto lo scorso marzo, aperti
a tutta la cittadinanza e molto apprezzati in Toscana.
Una
delle idee chiave era quella di passare dalla distribuzione alla
produzione di cultura. Dopo quell’incontro i gruppi di lavoro
tematici hanno continuato a discutere e confrontarsi e dopo alcuni
mesi hanno prodotto una parte importante del programma di questi
giorni. Operatori ed artisti visivi, architetti ed urbanisti hanno
dato vita a “Verso”, al Santa Maria della Scala, i danzatori e
coreografi alla serata di “Spazio Nudo”, le compagnie teatrali ad
un laboratorio intensivo finalizzato anche ad una performance finale.
Tutto questo è quindi frutto di partecipazione diretta: chi ha
voluto essere presente e far sentire la propria voce ha avuto modo di
farlo in fase ideativa e questo per noi il valore aggiunto del
programma”.
“Siena
2015 non si ferma qui, abbiamo ancora eventi importanti in
calendario, ma anche operazioni che resteranno patrimonio della città
per il futuro. Basta pensare che del budget totale più di un terzo è
dedicato ad operazioni strutturali e restauri, come la grande
operazione prevista per dicembre quando cominceranno i cantieri di
restauro di molti cicli di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, in parte
trasportati al Santa Maria della Scala.
La
conferma dei fondi erogati dal Ministero dei Beni Culturali è
arrivata a 2015 inoltrato e quindi il programma si è sviluppato da
metà anno in poi. Abbiamo sempre detto che Siena avrebbe fondato la
sua ripartenza dal proprio patrimonio culturale e ne siamo ancora
convinti. Dopo questa esperienza abbiamo anche dimostrato quanto
forte siano creatività, vitalità e profonda capacità di ricerca di
molti nostri concittadini, mettendo in evidenza anche notevoli
talenti . Si tratta di un primo passo che siamo felici di aver fatto”
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