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SIENA: LA RELAZIONE DELLA FESTA DELLA PUBBLICA ASSISTENZA

News inserita il 07-09-2015
Buongiorno a tutti e benvenuti nella nostra sede.
Come ormai d'abitudine la Vicepresidente Donatella Bizzarri che conduce lo svolgersi della cerimonia, ha assolto il compito, peraltro gradito, di ringraziare i gentili ospiti che ci onorano con la loro presenza. Le sue parole sono il sentimento della Pubblica Assistenza ed anche mio personale e mi assolvono dal riproporle. Posso quindi entrare immediatamente negli argomenti della festa di quest'anno che ha assunto caratteri particolari. 
Abbiamo infatti cercato di realizzare una occasione per interagire fra di noi e con l'esterno utilizzando la potenza della comunicazione digitale e nello stesso tempo riflettendo sulle sue contraddizioni e sulle “nuove vie” della solidarietà che ci mostra, aperte e in parte inesplorate, davanti a noi.
Le stesse occasioni di confronto, in particolare quella di venerdì, hanno dato la misura di come solidarietà, senso civico, comunicazione digitale possono aiutare la collettività ad affrontare nuove vecchie emergenze. Non solo consentire di lavorare sull'immagine e sulle relazioni formali, ma migliorare realmente la qualità della vita e, in alcuni casi, preservare la vita stessa.
Nella nostra esperienza, anche in anni non recenti, abbiamo avuto modo di “sbattere” violentemente negli spigoli della nuova comunicazione che viaggia velocissimamente sui canali personali che diventano pubblici man mano che si propagano sul web. Il Villella in volo ed i soccorsi successivi, la polemica sulla loro qualità, ci rivelarono che non esiste più un angolo nascosto nel quale “fare le nostre cose”; tutto può diventare pubblico, e diffondersi in modo virale. Si purgano le immagini sui media ufficiali, ma tanti ormai guardano sugli smartphone, sempre più TV, i cazzotti fra contrade che diventano un formicaio rissoso. 
Forte è la tendenza a propagare immagini piene di tensione di cui spesso la Pubblica e i suoi Volontari sono protagonisti. Ci siamo dati un codice per la nostra attività che quotidianamente entra in contatto con dati sensibili; la responsabilità assegnata a ciascuno di noi per ora funziona. 
La forza della nuova comunicazione si è concretizzata nella opportunità di raccontare la nostra esperienza, di condividerne valori e risultati; si e fatta piano piano strumento di lavoro, di potenziamento delle nostre relazioni.
Siamo diventati anche bravini. I nostri dati di presenza sui social, principalmente facebook, instagram, twitter, youtube,ne sono la dimostrazione.
Su facebook 1560 like con 3000 visualizzazioni medie; 511 follower su twitter; su instagram abbiamo 370 seguaci e 570 scatti condivisi.
Penso che anche in virtù di questa nuova frontiera del Volontariato possiamo guardare con soddisfazione ai risultati di partecipazione. 
Quando comunichiamo all'esterno il dato degli iscritti al registro dei Volontari molti sono scettici sulla nostra affidabilità. Più di 800; sembra a tanti una esagerazione. 
Vorrei ricordare che il nostro sistema informatizzato di rilevazione delle ore, e dei minuti, di prestazione volontaria ci dice che la forza lavoro donata corrisponde a circa 55 dipendenti equivalenti considerando il loro orario annuale di 1608 ore. Naturalmente i Volontari non donano tutti lo stesso numero di ore di lavoro e sono molto variabili nel tempo; è lo stesso sistema di rilevazione che ci dice che ogni persona dona circa 100 ore annue in media. Fate voi i conti e troverete riscontro ad un numero così grande, e per ora sempre crescente, di Volontari che passano una parte della loro vita in Pubblica che non è più solo un “non luogo” dove, e sarebbe gia meritevole, si va per compiere un “dovere civico” ma un “luogo” dove si vive, si interagisce e si decide insieme.
La maglietta che poi vedrete tenta di rappresentare questa nuova realtà; le magliette per noi sono un tornante della vita associativa, ci accompagneranno nell'attività quotidiana e saranno memoria dei nostri punti forti, in alcuni casi per anni: basta pensare a Siena 2019, ildoMANI sempre Pubblica, l'io Volontario che diventa NOI nella Pubblica, e altre. Quella del 2015, che vedrete fra un po' con la frase #pubblicaassistenzainfesta che la circonda all'altezza del torace sta a significare che ci stiamo dentro, siamo coinvolti, anche fisicamente in questa nuovo mondo e che lo vogliamo vivere attivamente piegandolo un po' a favore dei valori della solidarietà e della protezione dei più deboli.
In questa ottica dobbiamo valutare tutte le iniziative della Festa Sociale 2015.
Il modo come i volontari sono andati in piazza sabato pomeriggio. La caccia al defribillatore, le dimostrazioni sul suo uso, la promozione del dono e la giusta gratificazione di chi dona.
La presenza su instagram, il social network delle immagini, è un modo per raccontare le nostre storie ed esperienze in tempo reale, istantaneo; una polaroid digitale subito a disposizione di tutti.
A margine della foto la “classificazione” dell'argomento espresso in hastag è anche chiave di ricerca  per chi lo trova su twitter o su gli altri social.
Il cancelletto #, anche quello del titolo della nostra festa, diventa veicolo di emozioni condivise ma anche di interessi, iniziative e tutto ciò che è comunicazione.
Con #instapalio13 la Pubblica si è raccontata con gli scatti dei Volontari nei 5 giorni di Palio; #laltropalio narra gli stessi giorni insieme alle altre Associazioni; più in alto #anpastoscana ci parla dei Volontari toscani; #allertameteotos raccoglie le segnalazioni di allerta dagli Enti e dalle Associazioni toscane per i cittadini.
In questo contesto penso che il confronto di Venerdì, e i tanti esempi di attività che ne sono scaturiti, ci aprano nuovi orizzonti su come la digitalizzazione può creare nuove opportunità positive.
E' il caso della città cardioprotetta; caso di scuola si potrebbe dire. Un hardware di nuova generazione (il DAE), il dono come parte del senso civico, la formazione come consapevolezza e partecipazione, il sistema di software, lo sviluppo del capitale sociale  e ruolo dell'istituzione in un sistema intelligente (smart). 
Anche noi abbiamo portato un mattoncino alla sua realizzazione: abbiamo inaugurato un DAE ad uso pubblico, ci impegnamo per la formazione gratuita per il suo uso a partire dal quartiere, faremo controllo e manutenzione del sistema.
Ma anche altri esempi sono sono stati portati nella discussione nei campi più diversi, beni e servizi, arte e cultura, tempo libero, dono, partecipazione, controllo del territorio.
La potenza dell'ICT, Information and Communication Technology nella sua forma attuale che vede un protagonismo individuale e diffuso, con miliardi di persone che possono comunicare con velocità incredibile attraverso strade digitali sempre più larghe e distribuite in ogni dove.
Una nuova realtà straordinaria, impressionante, che mette quasi paura. Pensate a i filmati delle esecuzioni dell'ISIS.
Una ICT diffusa e “personale” rimanda anche a preoccupazioni sulla possibilità di accentuare un consumo acritico, fine a se stesso, degli strumenti e delle notizie vere e/o presunte che si affollano sul web. Una frenetica, quasi compulsiva, attività di comunicazione che disorienta, o si potrebbe dire orienta in modo strumentale, un pubblico impreparato e non dotato degli strumenti di verifica.
Una volta si diceva che era “vero” solo ciò che diceva la TV, forse per responsabilità del maestro Manzi o di Piero Angela. 
Ora, molto spesso, la patente di “vero” la fornisce il web senza nessun riscontro e purtroppo anche quegli strumenti di informazione, che in teoria potrebbero fornire notizie più riflettute, inseguono per ragioni di mercato la moda del gioco a chi la spara più grossa.
Il Volontariato in questo è un soggetto a rischio: l'attività quotidiana che svolge è percepita come dovuta e non fa notizia e si va in prima pagina solo quando vola il Villella ed il web ci accusa di aver sbagliato i soccorsi.
Eppure nonostante tutto questo nuovo mondo è affascinante e pieno di potenzialità e dobbiamo pensare che dovrà diventare intelligente, smart.
Dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili che rese disponibili a livello di massa libri e poi giornali ci sono voluti secoli per aggiustare il sistema dell'informazione; e poi con la radio e la tv non sono bastati decenni di esperienza per regolare il rapporto fra diritto all'informazione, certezza delle fonti, diritto alla riservatezza. Il web è giovane, ha bruciato le tappe. Ormai è parte di noi ma va vissuto con intelligenza.
Possono aiutare le istituzioni, la scuola, le realtà associative; sedi fisiche di incontro e confronto.
Siena, il Comune di Siena, sta lavorando ad un progetto ampio e profondo di smart city; ne fanno parte tanti aspetti che hanno prodotto la formazione di molti “tavoli” anche virtuali attorno ai quali gruppi di cittadini si sono fatti coinvolgere in un percorso di elaborazione di idee, redazione di progetti, ricerca di risorse, impegno personale e di gruppo a fare ciascuno per le sue competenze.
La città cardio protetta è uno di questi progetti; l'alfabetizzazione informatica è un'altro, come la gestione degli open data. Si toccano tanti temi: arte, cultura, salute, economia, turismo, trasporti ecc. L'obiettivo è di migliorare la qualità della vita con nuove modalità veloci, leggere, sostenibili, democratiche.
La Pubblica nel suo piccolo partecipa a questo processo portando il suo vissuto e cercando di estendere le sue potenzialità.
Siamo su piazza da 122 anni. 
Abbiamo i piedi nella seconda metà dell'ottocento, poggiati sul terreno concimato dalle idee della solidarietà, dello sviluppo sociale che si erano formate durante il risorgimento e la realizzazione dell'unità nazionale; valori fondanti della nostra missione.
Stendiamo il corpo nel secolo breve,  di cui abbiamo vissuto gran parte della nostra esistenza e senza mai chiudere i battenti, le crisi, le tragedie e le straordinarie novità politiche, economiche, sociali e tecnologiche con la capacità di adattarsi che hanno gli organismi intelligenti, smart; sempre attenti all'idea di base da cui siamo nati.
Poggiamo la testa nel terzo millennio che affrontiamo con coraggio e determinazione accettando le sfide e dimostrando nel nostro piccolo come la solidarietà, il dono, il sostegno del più debole, dare una mano a chi non può, non sono cose del passato e che, anzi, vissute nella modernità sono capaci di aggregare tante persone spesso tirandole fuori dalla nuova solitudine ed indirizzandole alla cura del bene comune, dandogli un “luogo” e una voce collettiva. 
Ecco, ancora, il punto; non solo il fare magari organizzato da un motore di ricerca o una app che mette in comunicazione chi ha tempo libero e competenze e, ad esempio, il Comune che deve ridipingere la panchina del parco o accompagnare i bimbi a scuola. Ma poi, detto per inciso, quello che accompagna i nostri bimbi a scuola chi lo conosce? Fa testo il profilo facebook?
La Pubblica rimane legata alla sua idea originale; l'autonomia di un corpo sociale che si forma per uno scopo solidaristico senza interesse economico e personale; che sceglie la propria missione e gli obiettivi concreti; che si costituisce come sede di confronto e se necessario di rappresentanza in autonomia dalla politica e dalle istituzioni; in autonomia non contro! Sede di partecipazione consapevole ed attiva.
E' possibile nel tempo dell'ICT?
Noi scommettiamo di si! E per ora la scommessa è vinta ed affrontiamo il futuro con ottimismo.
Vediamo anche noi tante esigenze irrisolte, capiamo le domande che ci vengono rivolte a cui non sempre rispondiamo affermativamente; dovete sapere che non ci piace dire di no ma non possiamo farci carico di problemi non coerenti con la nostra natura di Volontariato o che non coinvolgono corpo sociale e Volontari.
Da 122 anni siamo così; pensiamo di essere un valore per questa città, una eccellenza, e non siamo soli ma viviamo in buona compagnia ed in un contesto di rete.
Il  prossimo sarà l'anno dei 120esimo dei labari di recente restaurati, anche quello delle donne, che sono fin dalla nascita della Pubblica, parte fondamentale del corpo sociale e Volontario. 
Poi, nel 2018 dando già lavoro ad un nuovo Consiglio, la ricostruzione della lapide commemorativa dei caduti della Pubblica nella Grande Guerra, lapide andata distrutta durante lo spostamento da via del Paradiso e da collocare nell'angolo dei ricordi pizzato nel crocevia principale della sede sociale. A 100 anni dalla pace e recuperando memoria attraverso un lavoro di ricerca e di ricordi di parenti e familiari. Un documento da pubblicare sul web e da distribuire magari donando un link. O forse sarà meglio fare anche un libro? Mah! Vederemo, o meglio vedranno. 
Anche questo un modo per testimoniare la nostra presenza come partecipazione attiva  anche a 100 anni di distanza.
Per darci la mano e dare una mano, come sempre alla Pubblica.Grazie a tutti. 

 

 

 

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