“Le parole chiave del programma di Siena Capitale italiana della Culturasono state partecipazione, innovazione e condivisione. Le tante iniziative, infatti, non sono calate dall’alto bensì prodotte da un percorso di confronto e di stimolo reciproco tra le istituzioni e gli operatori cittadini che hanno deciso volontariamente di impegnarsi. Il vasto programma, al quale i cittadini sono invitati a partecipare, è stato pensato, coordinato e realizzato da quella parte di città che quotidianamente si confronta con questi temi”.
Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, ci tiene a raccontare il percorso condiviso che ha portato alla realizzazione del programma della Settimana del contemporaneo in corso in questi giorni. Incontri, workshop, laboratori e mostre di artisti senesi al Santa Maria della Scala, ma anche installazioni di artisti internazionali e performance (musicali, di danza e teatrali) in altri luoghi della città.
“Gran parte dell’arte contemporanea tende a dividere i giudizi per definizione, perché è strettamente legata al vissuto quotidiano dei cittadini e per questo motivo è arduo attribuirle significati definitivi, ma l’idea che abbiamo portato avanti è quella di aprire le nostre porte a questo tipo di espressione, che appassiona tanti giovani, tanti studenti, tanti senesi e non solo.
Non è un caso se abbiamo utilizzato tutta la città rendendola un museo a cielo aperto, comprese le periferie dimostrando che questa operazione aveva come target primario i cittadini, non solo i turisti. Un’idea questa che viene direttamente dal percorso di candidatura di Siena capitale europea della cultura 2019, i cui contenuti principali non sono stati riposti nel cassetto, al pari delle altre città italiane che hanno condiviso con noi queste esperienza: Cagliari, Perugia, Ravenna e Lecce. Sono state molte le persone coinvolte. Alcuni dei progetti e delle installazioni vengono direttamente dalla fase di candidatura a Capitale Europea della Cultura. Basta vedere “Siena Sorride” di Clet sulla facciata del palazzo pubblico: quell’idea è stata addirittura la copertina del nostro dossier di candidatura, prendendo corpo nella giornata nazionale che l’Italia ha dedicato all’arte contemporanea”.
“Il dibattito che si è instaurato in questi giorni è interessante. Si affacciano più visioni dell’arte contemporanea, alimentando un dibattuto che dalle sale del Santa Maria della Scala arriva nelle piazze e sui media, anche nazionali. Non va però dimenticato un passaggio importante: il programma è nato veramente dalla partecipazione di chi quotidianamente in questa città si occupa di cultura e di arte. Tutto scaturisce dagli Stati Generali della Cultura che l’assessore Vedovelli ha voluto lo scorso marzo, aperti a tutta la cittadinanza e molto apprezzati in Toscana.
Una delle idee chiave era quella di passare dalla distribuzione alla produzione di cultura. Dopo quell’incontro i gruppi di lavoro tematici hanno continuato a discutere e confrontarsi e dopo alcuni mesi hanno prodotto una parte importante del programma di questi giorni. Operatori ed artisti visivi, architetti ed urbanisti hanno dato vita a “Verso”, al Santa Maria della Scala, i danzatori e coreografi alla serata di “Spazio Nudo”, le compagnie teatrali ad un laboratorio intensivo finalizzato anche ad una performance finale. Tutto questo è quindi frutto di partecipazione diretta: chi ha voluto essere presente e far sentire la propria voce ha avuto modo di farlo in fase ideativa e questo per noi il valore aggiunto del programma”.
“Siena 2015 non si ferma qui, abbiamo ancora eventi importanti in calendario, ma anche operazioni che resteranno patrimonio della città per il futuro. Basta pensare che del budget totale più di un terzo è dedicato ad operazioni strutturali e restauri, come la grande operazione prevista per dicembre quando cominceranno i cantieri di restauro di molti cicli di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, in parte trasportati al Santa Maria della Scala.
La conferma dei fondi erogati dal Ministero dei Beni Culturali è arrivata a 2015 inoltrato e quindi il programma si è sviluppato da metà anno in poi. Abbiamo sempre detto che Siena avrebbe fondato la sua ripartenza dal proprio patrimonio culturale e ne siamo ancora convinti. Dopo questa esperienza abbiamo anche dimostrato quanto forte siano creatività, vitalità e profonda capacità di ricerca di molti nostri concittadini, mettendo in evidenza anche notevoli talenti . Si tratta di un primo passo che siamo felici di aver fatto”