“A seguito delle nomina del nuovo Cda di Sansedoni Siena Spa, per il triennio 2016-2018, ci sentiamo di dover fare alcune considerazioni.
Di certo la professionalità e il curriculum del nuovo presidente (di indicazione Fondazione MPS), marcano una forte discontinuità con il passato che vedeva in quel ruolo uomini apertamente del PD con privilegio dell’appartenenza rispetto al merito. Auspichiamo che si volti realmente pagina e che questa operazione non si riveli solo un rinnovamento di facciata.
Anche per gli altri componenti il Cda emerge il contrasto fra le nomine in Sansedoni, in quota Banca MPS, con la conferma di tutti i “vecchi” componenti, e le nomine in Sansedoni, quota Fondazione MPS, con la totale sostituzione di tutti i componenti, compreso anche il presidente del collegio sindacale. Il fatto risalta alla luce dagli elogi sul piano di ristrutturazione del debito varato dal vecchio Cda. Ulteriore fattore da evidenziare il mancato legame territoriale dei nuovi membri di nomina Fondazione.
In proposito nascono spontanee delle domande:
1) il vecchio CdA aveva lavorato male ma non si poteva dire per ragioni politiche;
2) aveva lavorato bene ma sono giunte indicazioni politiche dall’alto a cui era difficile dire di no;
3) si è voluto dare un forte segnale di rinnovamento in autonomia e in contrasto rispetto alle scelte operate dal Consiglio della Banca MPS i cui consiglieri sono in parte di nomina della stessa Fondazione.
Non ci vengono in mente altre casistiche possibili che certamente ci saranno.
A conclusione, vale la pena ricordare che chi ha troppi incarichi, e si impegna a svolgerli al meglio, ha difficoltà oggettive a trovare tempo e che il dato di partenza è un bilancio con disavanzo di 3,3 milioni di euro.
Le scelte passate, a Siena, sappiamo quali logiche seguissero. La speranza però è l’ultima a morire e non possiamo che “sperare” che le cose cambino davvero”.
Circolo Sena Civitas
