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SCUOLA, CGIL SIENA: "INDIVIDUARE MODALITÀ DI RIAPERTURA IN SICUREZZA"

News inserita il 27-04-2020

I bambini e i ragazzi, più di tutti, stanno soffrendo il protrarsi della reclusione forzata, la scuola rappresenta infatti un luogo di confronto fondamentale per il loro corretto e sano sviluppo psicofisico. La didattica a distanza ha evidenziato sin da subito numerose criticità legate al digital divide (un aspetto che la rende molto poco democratica) e alla mancanza dell’interazione diretta degli studenti tra loro e con i propri insegnanti. Nella scuola, a partire dai nidi e dalle scuole dell’infanzia, l’apprendimento non si limita ad acquisizione nozionistica, ma passa attraverso relazioni, socialità, fare gruppo, stare insieme, attraverso insomma una condivisione reale della vita e delle esperienze dove la costruzione di progetti educativi è complessa e il “fare insieme” è elemento centrale. La ripartenza dei servizi educativi 0-6, però, appare la più complicata per la difficoltà a mantenere il distanziamento con l’adulto e tra i compagni.

Per il prossimo anno scolastico bisogna mettere in campo un piano di investimenti sugli organici, già fortemente carenti forse soprattutto per il personale ATA (assistenti tecnici, informatici e collaboratori scolastici), e programmare un piano di immissioni in ruolo straordinario per evitare l’aumento esponenziale dei contratti precari e per alleggerire le segreterie scolastiche dell’enorme lavoro burocratico che, oggi più che mai, rischia di compromettere definitivamente una ripartenza ordinata della scuola in presenza. Invece il Ministero ha optato per non rinnovare le graduatorie di Istituto e procedere con la programmazione di concorsi in modalità standard, che certamente non potrà essere portata a termine entro il mese di settembre perché probabilmente fino a quel momento non ci saranno ancora le condizioni sanitarie per poter far svolgere le prove concorsuali all’elevatissimo numero di persone che si candiderà.

Si pone poi il problema degli spazi: sono ormai moltissimi anni che denunciamo la presenza, anche nella nostra provincia, di classi di ogni ordine e grado di istruzione con più di 30 alunni. Se le 'classi pollaio', fino a ieri, erano solo un problema didattico cui nessuno si interessava perché la scuola, da almeno un ventennio, serve solo a far cassa, oggi diventano un problema sanitario molto complesso da risolvere che richiederà certamente un investimento negli organici ma anche in infrastrutture.

Per quanto concerne il personale dei servizi educativi 0-6 la responsabilità è in capo ai Comuni, ci auguriamo quindi che siano messi in condizione dal Governo di assumere fuori dai vincoli in essere, soprattutto per aumentare il numero degli organici e consentire un rapporto molto inferiore tra educatore e bambino. E anche sul fronte degli spazi e delle strutture molto c'è da fare per individuare al più presto soluzioni strutturali in grado di garantire il distanziamento sociale, a partire dalla ristrutturazione delle strutture e dell’individuazione di spazi oggi inutilizzati da riconvertire.

Se le istituzioni a governo del sistema, in modo coordinato e con progetti condivisi, non saranno in grado di intervenire per consentire la riapertura in sicurezza ed adeguatezza di nidi, asili e scuole, si assumeranno l’enorme responsabilità della decrescita di intere generazioni, compresa quella dei genitori che non potranno riprendere appieno la loro attività lavorativa. Il timore, molto fondato, è che a pagarne le spese saranno soprattutto le donne e che l'Italia farà degli enormi passi indietro soprattutto sul terreno dei diritti femminili già fortemente penalizzati in un contesto che non può certo definirsi all’avanguardia su questo fronte.

 

FLC CGIL e FP CGIL Siena

 

 

 

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