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"PER MPS L'ALTERNATIVA ALLO SMEMBRAMENTO È POSSIBILE ED È DOVUTA"

News inserita il 02-09-2021

Il recente ingresso in data room di Amco e di Mediocredito centrale consolida ormai per MPS l’ipotesi “spezzatino”, cioè lo smembramento delle sue attività in parti, le più appetibili delle quali potrebbero essere acquisite come noto da Unicredit. Questo nonostante Mps abbia chiuso il primo semestre con un utile netto di 202mln di euro, il migliore degli ultimi 5 anni, riducendo il deficit di capitale da 1,5mld a 500mln.

Ad una facile lettura si può affermare che il Governo porti avanti l’impegno preso con l’Unione Europea di uscire dal capitale di Mps a fine 2021. Perché però vendere, anzi svendere, proprio ora Mps, in un momento in cui i mercati hanno estreme difficoltà? È davvero “impossibile” pensare ad una strada diversa per MPS? È davvero impossibile pensare di creare un terzo polo bancario, una grande banca pubblica di investimenti come ad esempio esiste in Francia con Bpi-france? Forse, ma anche no. Il Governo attraverso Draghi e Franco hanno più volte detto, che per superare gli stress test, per essere competitivi, per poter distribuire dividendi le banche devono essere grandi, meglio se concentrate in un unico colosso, monopolista del credito. Ma il quasi regalo a Unicredit e il relativo spezzatino con le inevitabili conseguenze sull’unitarietà aziendale e sul marchio storico della Banca, sul destino di migliaia di dipendenti, sull’economia della città e del territorio costituiscono qualcosa di inesorabile?

È davvero impossibile pensare ad una soluzione alternativa e sostenibile sotto la regia pubblica? Tempo fa, ad esempio, era circolata l’ipotesi di BancoPosta (PosteItaliane Spa) struttura con un radicamento e una missione coerente con l’identità di MPS, soluzione che consentirebbe una regia indirettamente pubblica che riuscirebbe ad essere competitiva in una fase storica importantissima vista la necessità di una strategia integrata pubblico-privata per la realizzazione degli obiettivi del PNRR. Un progetto simile a quanto avvenuto in Germania tra Deutsche Bank e Postbank. 

Insomma, non è vero che il futuro di MPS sia già scritto e non è vero che non ci sono alternative: bisogna volerle, pianificarle e realizzarle. La politica deve essere capace di costruire una visione e indicare una via. Come Sinistra Civica Ecologista ribadiamo che prioritari devono essere questi quattro punti:

1) Una soluzione di sistema che garantisca alla Banca un ruolo nel sistema bancario nazionale: no a soluzioni di cancellazione della Banca con operazioni predatorie o meramente finanziarie, no ad ogni ipotesi di spezzatino;

2) Salvaguardia dei livelli occupazionali;

3) Valorizzazione del ruolo storico della Banca e del suo marchio;

4) Garanzia del legame con il territorio e attraverso il suo pieno coinvolgimento nella costruzione del futuro della banca e nel rafforzamento della Fondazione MPS.

Sinistra Civica Ecologista Siena

 

 

 

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