Tredici volte al canape, due vittorie (nel 1950 per il Leocorno, nel 1952 per l’Oca, in entrambi i casi montando su Niduzza) ed una storia di legami, molto forti, con personaggi che scrivevano ed avrebbero scritto la storia del Palio di Siena.
Remo Antonetti era arrivato a Siena a metà del secolo scorso, entrando a far parte della nutrita orbita di riferimento del Sor Ettore e diventando subito “Rompighiaccio”, nome di battaglia al quale si sarebbero agganciate le speranze, i sogni, le gioie e, succede, pure le delusioni di alcuni dei Popoli delle Contrade. Ma Remo Antonetti fu pure una sorta di “talent scout” per Andrea Degortes, facendo da ponte per l’approdo in Piazza di “Aceto” grazie ai buoni rapporti rimasti in essere con l’Oca ed i suoi dirigenti.
La storia di “Rompighiaccio” (partito dall’ippodromo delle Capannelle e poi, dopo la carriera paliesca, approdato al mondo del cinema, come cascatore e successivamente come tecnico scenografo) è stata ripercorsa da “Ricordi di Palio”, attraverso una videointervista, a tratti emozionante, realizzata a Marina, la figlia di Remo Antonetti.
Per gustarsela e per saperne di più, ecco il link:
http://www.ricordidipalio.org/rompighiaccio-il-mio-babbo/
