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FOOD ADDICTION E BINGE EATING: STUDIO A SIENA SULLA DIETA CHETOGENICA

News inserita il 15-12-2021

Uno studio del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell'università di Siena coordinato dalla professoressa Anna Maria Aloisi, pubblicato sulla rivista “International Journal of Environmental Research and Public Health”, ha esplorato gli effetti di una terapia chetogenica su un gruppo di donne con dipendenza da cibo (Food addiction) e sintomi da disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating) valutandone gli effetti anche sulla composizione corporea.

La dipendenza da cibi ultra processati è un fenomeno ampiamente diffuso, derivato dal consumo di alimenti con elevato contenuto di zuccheri semplici, grassi e sale, responsabili di comportamenti che creano dipendenza.

Lo studio  ha valutato l’efficacia di un protocollo chetogenico a basso contenuto calorico di 5-7 settimane, seguito da una dieta ipocalorica non chetogenica in un gruppo di donne in sovrappeso o obese con sintomi di dipendenza da cibo o da disturbo da alimentazione incontrollata.

Alla fine del periodo nessuna partecipante ha riportato diagnosi per le due patologie, con un miglioramento della composizione corporea.

Le donne hanno perso dal 7,3 per cento al 12,8 per cento del peso iniziale, senza cambiamenti significativi della massa muscolare.

La dieta chetogenica, che prevede un bassissimo contenuto in carboidrati e zuccheri, è utilizzata per il trattamento dell’epilessia refrattaria, per il diabete di tipo 2 e per altre condizioni legate a una disregolazione del metabolismo glucidico; tuttavia, il suo impiego per il trattamento di dipendenze comportamentali è poco conosciuto.

Alcuni studi sui topi hanno dimostrato un ruolo positivo della chetosi nel trattamento di dipendenze da alcol e cocaina, ma pochi studi ne hanno investigato l’effetto nelle dipendenze sull’uomo.

Sebbene ulteriori studi siano ancora necessari, il risultato supporta l’utilizzo di una dieta chetogenica per i sintomi di dipendenza da cibo e Binge Eating, oltre che per il miglioramento della composizione corporea.

Avere un protocollo dietoterapico mirato, insieme a una terapia comportamentale, potrebbe aiutare le diverse figure professionali nell’individuazione di una strategia terapeutica.  

 

 

 

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