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FEDERICO MINGHI SULLA DONAZIONE OPERE D'ARTE AL COMUNE DI SIENA

News inserita il 29-07-2019

"Voglio iniziare questo mio intervento citando il direttore d’orchestra britannico Simon Rattle “penso che la musica sia li per ognuno di noi. Non può essere un privilegio per una minoranza. Non tutti devono necessariamente essere interessati alla musica di Haydn, Schubert o Debussy. Ma tutti devono avere la possibilità di ascoltarli” 

Stessa cosa vale per le opere d’arte, la fruizione delle opere d’arte non può essere dedicata ad una minoranza di esperti, o sedicenti tali, che senza averne i titoli, e qui mi riferisco ai sedicenti tali,  in questi giorni all’improvviso si sono alzati con toni apocalittici per critare e dare giudizi trasformando un normale atto di donazione in un atto di “lesa maestà”. 

E qui vi dico subito come la penso. Il problema non è la donazione. Tutta questa polemica è stata costruita ad arte dal solito gruppo di potere che oggi si è ritrovato all’opposizione insieme a vecchi compagni di viaggio e che non potendo più tenere in ostaggio la produzione artistica e culturale di questa città, ha individuato nel Sindaco e in questa maggioranza i nemici non della città ma del loro piccolo e ristretto circolo di persone autoreferenziali. 

 
Sono secoli che il mecenatismo, con contributi economici e donazioni di opere, supporta la vita civile di questo Paese e ci sono innumerevoli esempi di prestigiosi musei come ad esempio Torino, Milano, Parma e Palermo che hanno goduto e godono di donazioni private e potrei citare diversi casi in cui musei si sono scontrati per accaparrarsi le donazioni di opere da parte dei privati.


Questa città è stata forse troppo abituata ad essere derubata delle sue ricchezze e del suo patrimonio per essere oggi finalmente felice ed orgogliosa di ricevere una donazione  per la nostra prestigiosa struttura museale.

 
Dobbiamo vivere questa donazione come l’inizio di un percorso virtuoso di interazione tra pubblico e privato per avviare quella stagione di rilancio della nostra città. 

La polemica sollevata non ha senso di esistere soprattutto da parte di chi va a pontificare oggi sui giornali affermando che “questa donazione è una trappola” e gli stessi non hanno aperto bocca mentre la città veniva depauperata dell’immenso patrimonio economico. Non si sono scandalizzati perchè mancava la due diligence per l’acquisto di Banca Antonveneta e oggi gridano alla scandalo per una normale donazione di Opere d’Arte. 

Il vero trappolone non è questa donazione, ma il tentativo innescato da questi sedicenti esperti d’arte per far ripiombare questa città nel vero “trappolone” di una rissa continua.  

 
Se fosse stato vivo ancora Edvard Munch avrebbe ridisegnato l’urlo.


Questo è un consiglio comunale e non l’accademia delle belle arti e quindi siamo chiamati a votare un atto deliberativo verificando gli aspetti procedurali e non improvvisandoci esperti d’arte.

Per quanto riguarda la parte procedurale di questo atto di donazione, ci sono dei soggetti titolati a verificare le corrette procedure di legge, in primis il Notaio, poi il nostro Segretario Comunale (o c’è qualcuno che mette in dubbio l’operato del nostro segretario comunale?) e poi abbiamo la fortuna di avere un Sindaco che di professione fa l’avvocato e tra l’altro in questo consiglio comunale ci sono diversi consiglieri che si sono affidati alla sua attività professionale, pertanto non comprendo tutto questo allarmismo.

 

Nel merito della valutazione delle opere ci siamo affidati a professionisti e in questo consiglio comunale mi risulta che non c’è nessun luminare del settore e anzi valuto positivamente l’incarico affidato al Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini e lo ringrazio per avere accettato questo impegno a titolo gratuito. 

 
Non mi risulta che tanti di quelli che oggi urlano abbiano fatto atti di donazione alla città o lavorato a titolo gratuito. 

Se qualcuno pensa di essere il detentore dell’arte, la prenda e se la metta da parte, perchè noi dobbiamo pensare al bene della città e non al chiacchiericcio dei circoli ristretti."


Federico Minghi 

 

 

 

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