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ARTICOLOUNO SIENA: "LAVORO, LE FRAGILITÀ SIANO ASSILLO PER LE ISTITUZIONI"

News inserita il 03-06-2020

La pandemia, nella quale ancora ci troviamo, ha riproposto in tutta la sua drammaticità le debolezze del nostro sistema produttivo ed occupazionale. Le misure di sostegno al mondo del lavoro, a partire dal blocco dei licenziamenti, che auspichiamo sia ulterioremente prolungato, hanno tamponato nell'immediato il disastro sociale ma le preoccupazioni restano enormi: molte lavoratrici e molti lavoratori stanno ancora aspettando il pagamento della cassa integrazione e altri sussidi, vivendo in uno stato di pesantissima insicurezza personale e familiare. Tutto questo in un un mercato del lavoro sempre più fragile, che penalizza soprattutto donne e giovani, non supporta a sufficienza la formazione e non premia la qualità in tutte le categorie – operai, impiegati e quadri.

Il contesto macroeconomico, nella sua gravità, presenta scenari a dir poco inediti se, come sembra, il nostro Paese potrebbe arrivare a perdere più di 12 punti percentuali di prodotto interno lordo quest’anno. In Toscana, già prima dell’insorgenza dell'emergenza santiaria, erano chiare alcune criticità, che non facevano presagire un orizzonte positivo. Anche in un settore come il turismo, che rappresenta un’importante fetta del p.i.l. regionale, si avvertivano da tempo profondi mutamenti, di fronte ai quali si palesavano crescenti debolezze di sistema. Altrettanto si può dire per il settore manifatturiero, che trae una notevole spinta dalla capacità,  fra l’altro importante, sul piano delle esportazioni - che interessa circa il 30% delle nostre imprese regionali.

Le fragilità erano, dunque, ben chiare e oggi devono diventare un assillo per chi ha la possibilità di decidere come e dove indirizzare le risorse, sostenendo, stimolando e premiando la dimensione della responsabilità sociale dell'impresa. Gli investimenti in infrastrutture, a partire dai trasporti, dalla banda larga e dalla ricerca, la qualità delle produzioni, la crescita delle capacità imprenditoriali e di fare rete, la riduzione dell'orario di lavoro  anche per favorire la formazione continua, le condizioni di regolarità, stabilità e sicurezza sul lavoro, una forte crescita degli investimenti privati e pubblici in tecnologia e semplificazioni burocratiche  sono alcune tra le necessità impellenti sia il Paese che per la nostra Regione. Le Università toscane e senesi devono più che mai integrare i propri sforzi e ed essere soggetti trainanti del trasferimento tecnologico a beneficio del sistema produttivo e della collettività, così come la piccola dimensione delle nostre imprese impone di  ridiscutere dei sistemi distrettuali mentre, più in generale, occorre che si inverta il processo in atto di spezzettamento istituzionale, ulteriormente accentuato attraverso la crescita disomogenea di distretti,  servizi a rete e servizi fondamentali

A questo scopo, anche di fronte a posizioni isolazionistiche incomprensibili, come quelle del Comune di Siena, chiediamo che l'Amministrazione Provinciale promuova il coordinamento delle principali istituzioni pubbliche e private del territorio e di tutte parti sociali per unire gli sforzi nei confronti della Regione e del Governo, al fine garantire, coordinare, pianificare e realizzare gli investimenti e gli interventi necessari.

Ma a fondamento di tutto occorre una visione nuova della società e dell'economia, nella quale la riconversione ecologica diventi motore e perno per arrestare l'accrescimento senza freni delle diseguaglianze, realizzando maggiore giustizia sociale e piena sostenibilità ambientale, attraverso un sistema di economia circolare, collaborativa, equitativa, e non distruttiva delle risorse naturali. Una dimensione, quella del rapporto tra uomo e ambiente, che peraltro costituisce, in Toscana, carattere fondante dell'aggregazione sociale e che si declina, da sempre, anche nella protezione e valorizzazione, non consumistica, del suo vasto patrimonio paesaggistico, architettonico, e storico-culturale.

Coordinamento Provinciale - ArticoloUNO Siena

 

 

 

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