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"A VEGLIA NELL'AIA": LO SPETTACOLO DI ALTERO BORGHI INCANTA SOVICILLE

News inserita il 08-09-2020

La notte del 6 Settembre, alle 21:15, in un cielo ancora tipido di fine estate, dove appena gli alberi del bosco del museo di Orgia venivano smossi dal vento, il pubblico di Sovicille si è trovato, d'improvviso, immerso in un tempo e in uno spazio antico: l'aia. Luogo di veglie, di risi e pianti, di chiacchiere notturne del nostro mondo contadino ancora così vicino, seppure ormai altrettanto lontano, di uomini stanchi e piegati dalla fatica mirabilmente interpretati da Stefano Ricci e Lorenzo Vanni. La magia di "A Veglia nell'aia", perché di vera magia si tratta, è stata realizzata dal gruppo di attori della Sobborghi che hanno fatto rivivere in pieno lo spirito di quel passato recente con ilarità e divertimento attraverso le note, anch'esse antiche, nell'accoglienza dei toni caldi della fisarmonica di Leonardo Angelini, la cui musica faceva stringere il cuore. Il tempo teatrale si è dilatato trai detti contadini e le storie di personaggi, immersi nel loro piccolo ma immenso quotidano. Così lo spettatore ha ritrovato in ogni personaggio i suoi avi, i nonni, le vecchie petualnti, la matrona arcigna, la zia zitella, immancabili in ogni famiglia. Ma il vero gioco, sottile, tendenzioso, con una punta di ironia amara è il richiamo al fragile tempo presente, mai detto o annuciato, ma immagine strisciante di comparazione con la realtà, non facile, che stiamo vivendo. Dopo una cavalcata dissacrante del Macbeth sheakespiriano, dove un delirante e disorientato Duncan incarnato da Altero Borghi e le tre streghe, pasticcione e dimenticone, interpretate da Serena Cesarini Sforza, Monica Sportelli e Marilena Coppola, il mondo del Boccaccio ha accolto il pubblico nel gioco sovrano del sacro e profano. Tutta questa levità, voluta e studiata dalla regia di Altero Borghi, ha condotto lo spettatore in modo speculare ad affrontare il mondo odierno a reinterpretarlo, consegnandoci un piccolo ma grande insegnamento: la leggerezza dell'esistenza.

Sarita Massai

 

 

 

 

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