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200 ANNI DEL SAN NICCOLÃ’: PRESENTAZIONE LIBRO E MOSTRA FOTOGRAFICA

News inserita il 14-03-2018

Per i 200 anni del San Niccolò Comune di Siena e Università presentano venerdì 16 marzo alle ore 17,30 all’Orto de’ Pecci, via Porta Giustizia, 39, il libro dello psichiatra e psicoterapeuta Andrea Friscelli, “Il villaggio delle anime perse. Venti storie dal San Niccolò, il manicomio di Siena” (Betti editrice, 2018). L’incontro, aperto al pubblico, con interventi della scrittrice Marina Berti, che ha firmato la postfazione della pubblicazione, e la lettura di alcuni brani da parte degli attori Bianca Friscelli e Luca di Giovanni, sarà coordinato dal docente universitario Duccio Balestracci. Presente anche Riccardo Manganelli che ha illustrato i racconti compresi nel libro.
Sono passati duecento anni dalla fondazione del San Niccolò, ma sono anche trascorsi quarant’anni dalla legge Basaglia, e quasi venti dall’effettiva chiusura del manicomio senese. Lassi di un tempo sufficienti perché si smarrisca la memoria di coloro che si sono “persi” tra le mura del manicomio. Molti di loro, anche quando erano vivi, “svanirono” per il resto della società che, confinandoli là dentro, ha costruito la falsa certezza di una rassicurante normalità.
In parallelo alla presentazione, all’interno del gazebo all’Orto de’ Pecci, sarà possibile visionare la mostra fotografica sul manicomio di Volterra (istituito nel 1888 e chiuso, a seguito della Legge Basaglia nel 1978), realizzata da La Bottega dell’Immagine, il circolo culturale costituito da autori e tecnici che operano nei diversi settori della comunicazione visiva. Attiva da sempre, nell’ambito della didattica “volontaria” nelle scuole e nelle associazioni, La Bottega vede i propri soci non in competizione fra loro, bensì coesi all’interno di un gruppo dove per mission vige la regola nessuno deve restare indietro, anche se, tecnicamente, ognuno poi corre con le proprie gambe. Caratteristica dominante di questo gruppo di bravi fotografi è quella di battersi contro le belle foto, prediligendo l’immagine che racchiude in sé valore di racconto, comunicazione e confronto. Immagini più letterarie che artistiche. Che provocano lo spettatore attraverso lo “guardo” dell’autore. Interpretazioni, quindi, e non copie della realtà o sua banale cronaca.
Scatti che obbligano a posare lo sguardo. A entrare dentro una realtà, quella degli ospedali psichiatrici, carica di dolore e sofferenza. Una sofferenza che non traspare dall’umanità che lì fu rinchiusa, ma dagli oggetti, dagli arredi, da spaccati di interni ed esterni dove, il tempo e la natura, stanno prendendo il sopravvento, quasi a voler cancellare una memoria troppo scomoda e crudele.

 

 

 

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