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IL GOMITO DEL TENNISTA VS IL GOMITO DEL GOLFISTA

News inserita il 17-12-2014

Diagnosi e cure.


L’Epicondilalgia laterale (EL), meglio conosciuta come Gomito del Tennista, e L’Epicondilalgia mediale (EM) rappresentano due fra le più comuni manifestazioni dolorose a carico dell’articolazione del gomito. Le nomenclature di tali patologie sono dovute in base alle sollecitazioni che i rispettivi sport provocano a carico dei tendini del gomito ma possono comunque presentarsi anche in persone che non hanno niente a che fare né con il Tennis ne né con il Golf. Nell’EL generalmente sono interessati i muscoli estensori del carpo come l’Estensore radiale del carpo lungo e breve, l’Estensore comune delle dita, il m. Anconeo e Brachioradiale. Risulterà molto dolorosa quindi l’area circostante l’Epicondilo laterale dell’Omero determinando  una marcata mancanza di forza nell’estendere il polso e nella prensione di oggetti come, ad esempio, stringere la mano o nei casi peggiori prendere persino un bicchiere d’acqua. Alcuni studi hanno evidenziato che l’EL sia una patologia molto comune in quanto circa il 3% della popolazione ne soffre con picchi di incidenza tra i 40 e 50 anni di età. Come già detto molti di questi pazienti non giocano a tennis ma sono sottoposti ad attività manuali ripetitive come, ad esempio, girare un cacciavite o sollevare per molto tempo pesi di varia natura. Spesso questa patologia crea una invalidità tale da far ricorrere circa il 15% della popolazione ad almeno 12 settimane di assenza dal posto di lavoro. Questi tendini infatti sono composti da un eccessivo numero di fibre dolorose; una minima infiammazione a loro carico risulterà quindi molto più dolorosa rispetto al normale. La EM invece riguarda i muscoli flessori/pronatori del gomito con il dolore localizzato nell’area mediale dell’epicondilo dell’omero. Viene riscontrata nei golfisti e anche nei tennisti che danno un gran colpo di “top spin” alla palla quando colpiscono di diritto. Tale patologia non è così comune come nel caso della “sorella” EL ma comunque riguarda il 9-20% di tutte le epicondilalgie. La giusta cura fisioterapica per entrambi le classi patologiche mira a un iniziale bio-stimolazione del tessuto tendineo al fine di aumentare l’attività metabolica e di drenare il tessuto dall’ edema  che aumenta la sintomatologia dolorosa. A tal fine, come ampliamente già descritto nel precedente articolo, uno dei migliori mezzi fisici mirati è la Laserterapia NdYag. Ottimi riscontri vengono anche rilevati mediante l’utilizzo di Onde d’Urto radiali, le quali trovano un loro riscontro nell’inibizione del dolore e nell’aumentare la permeabilità sanguigna nella zona infiammata. Contemporaneamente sono molto utili alcune sedute di Terapia Manuale riguardanti le tecniche di Mulligan. Queste hanno l’obiettivo di ristabilire dei “difetti posizionali ossei” che possono essere la causa del sovraccarico funzionale e dell’infiammazione dei tendini. Secondo l’autore di tali tecniche, molto importanti in ambito scientifico, l’obiettivo è quello di ripristinare un corretto movimento rendendolo non doloroso per tutta la sua escursione articolare. Con questa sequenza la fisioterapia andrà sicuramente a migliorare l’andamento fisiologico della guarigione dei tendini coinvolti nell’EL e nell’EM andando anche a velocizzare notevolmente i tempi di recupero funzionale.

Dott. Ft. OMT Manuele Chini

Centro Medico di Fisioterapia e riabilitazione

Loc. Beverde

Tel. 0577-594486

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