“MAMMA VADO A STUDIARE ALL’ESTERO”: IL VIAGGIO DI DUE RAGAZZE DELLA PROVINCIA

News inserita il 13-02-2017 - Attualità Siena

Anna e Francesca raccontano il loro viaggio di studio

“Per la popolazione studentesca, di qualsiasi estrazione o provenienza, il viaggio è un'esperienza irripetibile, una tappa fondamentale non solo per la formazione spirituale, culturale professionale, ma per la vita, un periodo trascorso accanto a persone diverse...” Così la professoressa di storia medioevale Giovanna Petti Balbi descrive lo studente bassomedievale, non una moda odierna dunque, nonostante siano passati qualche centinaia di anni il binomio viaggio e studio continua ad attrarre molti giovani. Infatti sempre più si sente parlare di Erasmus, scambi interculturali, cervelli in fuga. C’è chi li accusa di abbandonare il loro paese e chi invece non li biasima, sta di fatto che il numero di coloro che fanno la valigia e se ne vanno è in aumento ed anche quando tornano, se tornano, tengono sempre il passaporto sul comodino. La nostra provincia non si allontana dalla tendenza, Anna di Poggibonsi (16) e Francesca di Chiusi (23) raccontano la loro esperienza.


Anna è al terzo anno del Liceo Scientifico A. Volta, ed è lì che ha trovato il depliant del progetto AFS Intercultura, un pezzo di carta con un’immagine e una domanda “vuoi trascorrere un’esperienza unica all’estero?” e lei ha accettato la sfida, si è messa in gioco: “sono partita perché volevo conoscere nuove persone e una nuova cultura, ma anche perché sentivo che era la cosa giusta da fare, la migliore se pur difficile”. Da 7 mesi si trova in Francia, a Versailles, la routine quotidiana non si distacca molto da quella italiana, la mattina a scuola, dove rimane anche il pomeriggio dopo il pranzo con i compagni; ma il mercoledì è un giorno speciale, le lezioni finiscono all’una e così Anna va a Parigi!! Vive in una famiglia francese, condividendo tutto, anche le vacanze. Ed è proprio lì, nella famiglia ospite che ha avuto l’incontro più significativo, con la hsister (sorella ospitante) con la quale si è trovata subito a suo agio: "non abbiamo bisogno di parlarci per capirci”. Come Anna molti, tantissimi sono i giovani che intraprendono questa strada, “più di duecento in Francia e nel mio centro locale (Ile de France) circa una dozzina”, ragazzi provenienti da tutto il mondo, per questo dice “è un’esperienza mista e variegata”. All’inizio non è stato semplice, sebbene “l’accoglienza a scuola sia stata calorosissima”… non conoscere nessuno, non parlare la lingua, “mi sono sentita persa ma dopo due mesi mi sono abituata riuscendo a padroneggiare la lingua.” In realtà la prima scelta di Anna era la Germania, studia tedesco da quando era alle medie, ma come accade spesso nella vita un percorso che non ti aspettavi era quello più giusto da intraprendere: “con questa esperienza sto iniziando a realizzare che il luogo dove sei non ha tutta questa importanza quindi in futuro sarà più facile partire, spero…” Mancano 3 mesi al ritorno in patria ma intanto Anna non ci pensa e continua a godersi questa permanenza perché anche se alle volte si è chiesta “cosa ci faccio qui?” dice che molte di più sono le volte che a casa non vorrebbe tornare!

 


Francesca si è laureata a Dicembre all’Università per Stranieri di Siena, corso di Laurea in Mediazione Linguistica e culturale. Arrivata al terzo anno ha deciso di andare a studiare all’estero. “È stata una scelta obbligata, sentivo che non bastava studiare sui libri, avevo bisogno di un contatto più vero con la lingua.” Il giorno della partenza per Jaen (Spagna), stabilita per la fine di Settembre 2015, tutta l’euforia vissuta fino a quel momento si è trasformata in paura, “non sono una ragazza timida ma sapevo che avrei dovuto dare confidenza a chi incontravo ed essere curiosa”. Arrivata non ha nemmeno disfatto i bagagli alle 20 era già uscita con un gruppo di studenti conosciuti tramite Facebook, “dopo una settimana, la paura e la timidezza erano sparite”. Nell’appartamento con lei vivevano una coreana, una taiwanese e una messicana, e no, non è l’inizio di una barzelletta ma della sua “seconda famiglia”, come la chiama Francesca. “Essere a contatto con tanti ragazzi di nazionalità diverse mi ha aiutato ad abbattere le barriere e i pregiudizi anche per una cosa banale come il cibo” racconta che una volta un ragazzo della Costa Rica ha cucinato un piatto con fagioli, salsiccia, cipolla cruda, avocado e banana fritta… dice ancora stupita “l’ho mangiato e mi è anche piaciuto!” Fatica a trovare un difetto a questa esperienza, “forse vengono privilegiati eccessivamente i lavori di gruppo e poche volte ci si confronta con noi stessi…” Trascorsi 5 mesi, giunto il momento del ritorno a casa, Francesca si è detta “chi me lo fa fare di tornare? Ho fatto qualche conto e nonostante non avessi più la borsa di studio vinta per il primo semestre, ho capito che conveniva anche a livello economico. Si sa che il viaggio non è mai un mero spostamento fisico, è un evolversi insieme ad altri, conoscendo culture e aprendo la mente a percorsi prima neppure presi in considerazione. Tutto questo si comprende dal suo entusiasmo, dal tono acceso della voce che cerca di rendere a parole questa esperienza ma che consiglia “non si deve solo ascoltare ma vivere”. Oggi cerca un’opportunità per fare la ragazza alla pari in un paese anglofono, non la spaventa più prendere un aereo… “hasta la vista Italia!

Elisabetta Crezzini

 

 

 

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