UNA FINESTRA SU SIENA: QUEL PALIO DEL 1856 CHE SI CORSE A FIRENZE

News inserita il 28-09-2016 - Palio - Rubrica Una finestra su Siena

A vincere fu la contrada della Chiocciola con il fantino Antonio Vignali detto Fiorentino.



Sembrerà quasi paradossale che un Palio di Siena sia stato corso nella rivale città di Firenze. Eppure, nell’elenco dei Palii disputati “fuori dal Campo” (e per tale motivo non riconosciuti dal Comune) ve ne è anche uno disputato appunto nel capoluogo toscano.
Non fu quello, a dire il vero, il primo palio a svolgersi, diciamo così, extra moenia. In precedenza infatti vi erano state altre “carriere” simili.

Vale la pena ricordare, così a titolo di esempio, quelli che furono organizzati più volte nella seconda metà del ‘600 nel parco della Villa di Cetinale, ai piedi della Montagnola Senese , o l’altro che fu corso nel 1756 a Lucca in occasione della Festa di Santa Croce.
L’idea di correre un palio con le contrade di Siena a Firenze comunque venne in mente ad un impresario di spettacoli fiorentino, il quale organizzò l’evento per il 28 settembre 1856, da disputarsi in Piazza Barbano (oggi Piazza dell’Indipendenza). Le contrade senesi accettarono l’invito, ma non così i contradaioli, i quali invece, a quanto si apprende dalle cronache dell’epoca, disertarono l’evento.
Comunque sia, quel che sappiamo di quel Palio è che a vincerlo fu la contrada della Chiocciola con il fantino Antonio Vignali detto (guarda caso) Fiorentino.
Sembra che tale soprannome sia stato a lui “affibbiato” proprio in virtù di quella vittoria (l’unica se si considerano gli altri 6 palii “regolari” da lui corsi), anche se c’è chi ritiene che questo suo nomignolo sia dovuto più che altro alle sue origini poggibonsesi, terra che, linguisticamente parlando, è più vicina a Firenze che non a Siena.
Nel 1898, ovvero 42 anni dopo quell’anomalo palio, giunse ancora da Firenze un’altra richiesta rivolta alle Contrade di Siena. Si invitavano infatti le Comparse a partecipare alla cerimonia di ripristino del Calcio in Costume. Stavolta però arrivò il diniego. La motivazione, come riportato da "La Vedetta di Siena" del 17 aprile 1898,  era dovuta al fatto di “non essere tale scopo nel carattere delle costituzioni delle contrade medesime che perdono ogni loro prestigio lungi da Piazza del Campo”.

Andrea Verdiani

 

 

 

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