TONY HADLEY E IL VIDEOCLIP GIRATO A SIENA NEGLI ANNI NOVANTA

News inserita il 15-12-2017 - Ok Siena

La voce degli Spandau Ballet “amoreggiava” sulle scale del Duomo e a due passi da Piazza del Campo

Tutto accadde per caso, come da tradizione, in un pomeriggio di fine inverno 1993. Uno dei tanti trascorsi dai ragazzi di allora dividendosi fra i libri di studio ed un’occhiata a Videomusic, l’emittente che per oltre un decennio ha svezzato, musicalmente parlando, tanti dei quarantenni/cinquantenni di oggi.

La chiamavano la Emme Verde per via di quel logo, oggi decisamente old fashioned ma che allora piaceva, tanto da finire, spesso e volentieri, disegnato o appiccicato su diari e quaderni di scuola. Videomusic trasmetteva videoclip per 24 ore al giorno da uno sperduto borgo della Garfagnana (humus e habitat del suo editore, la famiglia Marcucci, una potenza nel settore farmaceutico e degli emoderivati: nel 1990 i Marcucci fecero shopping anche a Siena, acquistando la Sclavo), creava tendenze non solo musicali, lanciava i primi veejays di casa nostra, anche se nessuno li etichettava ancora così. Fu uno di loro, Johnny Parker, scalpo da ultimo dei mohicani in testa e baffetto alla Freddie Mercury (più un accento tutto suo, “mezzo dal New Jersey e mezzo livornese” lo descriveva l’allora collega Clive Griffiths), a deflagrare nella tranquillità di quel pomeriggio: tra Vasco e Michael Jackson, Parker lanciò "For your blue eyes only", un video di Tony Hadley, vecchia gloria (detto con il massimo rispetto per i suoi, allora, 32 anni) delle battaglie anni Ottanta fra duraniane e spands, le fan dei suoi Spandau Ballet, un vero e proprio corto circuito per chi da Siena stava dando un’occhiata alla tv perché, accompagnate da una piacevole melodia che scorreva, fluida, sul ripetuto pizzicare di quattro corde di chitarra, iniziarono a scorrere le immagini di una bimba intenta a correre e giocare in Piazza del Campo, della Torre del Mangia che si staglia nel sole del mattino, della facciata del Duomo.

Lui, Tony Hadley, un’icona mondiale del pop con 25 milioni di dischi venduti fra il 1983 ed il 1989, si manifestava (vabbè, non esageriamo) un attimo dopo dando le spalle ai tetti di Malborghetto, appoggiato al balcone dello splendido loggiato che si affaccia su via Dupré. Mentre qualche giovin fanciulla, a casa, sveniva sul divano per l’emozione (Hadley riscuoteva, indiscutibilmente, grandi consensi nel genere femminile), una domanda nacque spontanea. Cosa ci faceva una star di quel calibro, abituata a riempire arene e stadi di tutto il mondo, in una piccola città della provincia italiana, gelosa custode (allora assai più di oggi) dei propri luoghi e delle proprie tradizioni? Difficile dare una risposta compiuta, perché in certe scelte pesano non poco i business plan delle major discografiche e le idee dei registi scelti per realizzare un videoclip, ma una chiave di interpretazione può essere il rapporto affettivo fra gli Spandau Ballet e l’Italia, nonché i ripetuti viaggi del loro frontman lungo la Penisola per godersi sole e relax, lontano dallo stress di quello che viene chiamato musicbiz. Il cantante era stato avvistato già un’altra volta, a Siena, tanto che una tv locale sfruttò l’eco di queste sue toccate e fughe costruendoci sopra uno spot, nello specifico per un negozio di abbigliamento. Chissà, probabilmente fu proprio in quel momento che Tony Hadley decise di scegliere Siena come location per il clip.

Torniamo al filmato. Frame dopo frame le cose per Tony Hadley andavano a gonfie vele, coronando una storia d’amore che metteva radici nel passato (il clip inizia con un flashback dalle tonalità pallide, incentrato sui giochi e le smorfie della già citata bambina, che deliziosa nei suoi atteggiamenti lancia un pelouche sulla pietra serena di Diacceto, schizza l’acqua che esce dalla testa di lupa di un fontanello, fa smorfie davanti alla Cattedrale, si gusta il suo bel cono-gelato dentro la Conchiglia) e che riaffiorava in un presente fatto di colori, adesso caldi: i colori di Siena, laddove il performer e la sua amata dagli occhi blu (ormai adulta) passeggiavano lungo via del Capitano, amoreggiando sulle scale del Duomo e nel tratto di via di Città che guarda la ripida picchiata di Costa Larga, facendo colazione in una Piazza del Campo insolitamente vuota (il ciak sembra esser stato dato in un’alba di fine primavera, data la particolarità della luce), ma anche dei dintorni della città, con l’affaccio su di un magnifico giardino all’italiana. Rivedendolo oggi, ha tutta l’aria di essere lo stesso su cui su affaccia il balcone della villa della Certosa di Pontignano.

Il clip è tuttora disponibile su youtube e su altre piattaforme di video sharing, ma quel disco non ebbe un riscontro di vendite importanti (nella chart britannica, dominata nel 1992 da Whitney Houston e dalla dance degli Snap, “For your blue eyes only” si piazzò appena al 67esimo posto; leggermente meglio andò all’album, “The state of play”, che pure non fece decollare l’esordio solista di Hadley), tanto da convincere la Emi a promuoverlo fuori dal Regno Unito, dove ancora esisteva l’onda lunga dell’effetto Spandau Ballet. In Italia, soprattutto, e non furono casuali le ospitate di Tony Hadley nel salotto di Maurizio Costanzo, da Vincenzo Mollica, oppure l’abituale (in quegli anni) chiacchierata semiseria assieme a Maurizio Seymandi durante Superclassifica Show. Da Piazza del Campo al Supertelegattone? Succedeva anche questo, negli anni Novanta.

Matteo Tasso

 

 

 

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