TAGLIAGOLE, DITI MEDI E "ZITTI TUTTI", AL PALASPORT VA DI MODA ESIBIRSI

News inserita il 17-01-2018 - Mens sana Basket

La Soundreef, ed il suo pubblico, presi di mira dalle esultanze inappropriate dei giocatori avversari 

In principio fu Matteo Fioravanti. Si deve al giovane cestista canturino, in forza al Cuore Basket Napoli la prima trovata scenografica di una stagione che, non bastassero i problemi del campo, sta riservando alla Soundreef ed al suo pubblico tutta una serie di “teatrini” dei quali non si sentiva certo la mancanza.

Risaliamo al match giocato il 21 ottobre scorso al PalaEstra. Napoli, fanalino di coda del girone Ovest (allora come oggi), perde una partita virtualmente già vinta a causa di un fallo tecnico che i tre in grigio fischiano a Fioravanti, 20 anni compiuti da una manciata di giorni, andato “on fire” dopo averla buttata dentro un paio di volte con un reiterato il gesto del tagliagole.

Un’esultanza lanciata anni fa dal wrestler Chris Benoit, che nella Nba ha esordito (con annessa multa da 25 mila dollari) grazie a Dwyane Wade e nel calcio italiano ha trovato replicanti più o meno famosi: citiamo a memoria Vucinic e Miccoli ma anche Nando Sforzini, bomber delle categorie inferiori che il tagliagole lo faceva ad ogni goal segnato ed una volta si beccò lo stop del giudice sportivo dopo aver fatto infuriare i tifosi del Modena. Fioravanti, si diceva, si vede mostrata la lettera “t”  (gli arbitri sono Tirozzi, Maschio e Barbiero), la Mens Sana inizia un pellegrinaggio in lunetta e porta il match al supplementare, Napoli si sveglia dal sogno di espugnare il campo degli ex pluricampioni d’Italia. Giusto per dovere di cronaca, il martedì successivo la Fip multerà di 225 euro il club biancoverde per “offese collettive sporadiche del pubblico nei confronti di un tesserato avversario”.

Esistono studi storici, scientifici e sociologici, non è uno scherzo, sul perché per “mandare a quel paese” sia ormai universalmente codificato il gesto del dito medio. C’è chi lo ricollega alla Guerra dei Cento Anni tra francesi e inglesi, roba di fine Medioevo/inizio Rinascimento insomma, ma pare sia in voga addirittura dai tempi del filosofo greco Diogene (avviso ai naviganti: nella Grecia di oggi mai mostrare il pollice oppure tutte e cinque le dita perché il medio, da solo, in confronto è roba da educande), passando ovviamente per l’Impero Romano, che data la sua vastità avrebbe diffuso un po’ ovunque quel genere di messaggio. Tornando ai giorni nostri, al 17 dicembre scorso per la precisione, al PalaEstra sventola un dito medio. E’ quello di Zaid Hearst, statunitense della Npc Rieti, trovatosi a fine gara coinvolto in un mezzo parapiglia del quale non conosce l’antefatto (mesi prima il team sabino si era trattenuto, forse, un po’ troppo a lungo a festeggiare in tribuna e il tifo biancoverde non aveva gradito) ma dal quale sgorga una tale, scomposta reazione. Ursi, Di Toro e Tarascio, i tre arbitri, sono già usciti da un pezzo e non possono vederlo, quindi nulla da obiettare. Magra consolazione, lo scatto (complimenti al tempismo del fotografo) che immortala Hearst proprio in quel momento: fa il giro dei social e diventa virale, non solo a Siena, ma ovviamente a referti arbitrali ormai ampiamente firmati e consegnati.

Domenica scorsa l’atto terzo, al momento l’ultimo, targato Jamarr Sanders. La sua Casale rischia grosso  per 39’ contro quella che, in termini di consistenza, è forse la miglior Mens Sana della stagione, lui le toglie tutte le castagne dal fuoco con un paio di canestri da campione vero: sul triplone che chiude la contesa, Sanders guarda la tribuna e mette l’indice sopra le labbra, il gesto del silenzio insomma, imponendo il “tutti zitti” al pubblico di casa. Il quale ovviamente reagisce in tutt’altra maniera alla provocazione (magari non trascendentale, ma evitabile sì) dell’ex giocatore di Trento e disorienta i tre fischietti, che si chiamano Pepponi, Boscolo e Perocco e che non hanno visto nulla, salvo poi farsela raccontare nei pressi del tavolo, confabulare per qualche istante e optare per lavarsene le mani, perché un altro fallo tecnico dopo quello fischiato, poco prima, a Saccaggi avrebbe richiesto quintali di personalità. Evidentemente non la specialità della casa. In compenso arrivano 1500 euro di multa, recapitati ieri dal giudice sportivo alla Soundreef per “offese collettive frequenti e minacce collettive sporadiche del pubblico agli arbitri e per lancio di sputi collettivo e sporadico, colpendo”.

Sono la mano di coppale sull’ultima sconfitta biancoverde. Quanto ai gesti, si attende la prossima levata di scudi del Fioravanti, dell’Hearst o del Sanders di turno sotto le volte del palasport. Tutto è concesso, ormai, anche nella “nostra magica, unica casa” (cit.).

Matteo Tasso

 

 

 

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