STORIA DEL PALIO: L'ULTIMA BUFALATA

News inserita il 31-10-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

La Chiocciola si aggiudicò l’ultima corsa con le bufaledisputata nel Campo.

 

Giovedì 3 novembre 1650 si disputò la trentaseiesima ed ultima bufalata della storia. La corsa, la cui prima edizione risale al 25 luglio 1599, era solitamente preceduta da un corteo in cui sfilavano le comparse in costume e, per ogni contrada partecipante, un carro allegorico rappresentante scene mitologiche. Seguiva poi la bufala accompagnata dal buttero che la doveva condurre nei tre giri e dai 12 pungolatori, il cui compito era quello di spronare la bestia e di ricondurla in pista se vi usciva, facendola rientrare dal punto preciso di uscita, pena la squalifica.

La comparsa migliore si aggiudicava il masgalano che, come accade oggi, consisteva in un bacile di argento.

La bufalata del 1650 fu corsa per onorare la venuta a Siena del Granduca Ferdinando II e del cardinale Giovan Carlo dei Medici e fu disciplinata da un regolamento che presentava alcune novità rispetto alla tradizione. Terminato il corteo, i figuranti dovevano accomodarsi sui palchi innalzati intorno alla Piazza. La mossa, che solitamente veniva data davanti al Vicolo dei Borsellai, fu spostata al Vicolo di S. Paolo, dove si trovava pure l’arrivo. I due mossieri incaricati di dare la partenza, dovevano abbassare il canape solo dopo gli squilli di tromba di un trombettiere di palazzo. Nessuna contrada, a norma di regolamento, poteva reclamare la vittoria se la propria bufala si fosse mossa prima del suono della tromba. Le bufale dovevano compiere, cavalcate dai butteri e incitate dai pungloatori, i tre giri della Piazza, da percorrere però in senso antiorario.
Parteciparono all’ultima bufalata della storia 6 contrade: Lupa, Oca, Drago, Chiocciola, Torre ed Onda, e fu la Chiocciola a risultare vittoriosa, aggiudicandosi così il prezioso Palio che consisteva in un drappo di broccato d’oro con fodera in taffetà bianca e nera recante le insegne granducali, del valore di 140 scudi. Poco si sa su come si svolse la corsa: la cronaca fatta dal Palmieri non fa alcun riferimento allo svolgimento dei tre giri. Da alcuni documenti veniamo però a conoscenza che il buttero della Chiocciola morì pochi giorni dopo, probabilmente a causa delle ferite riportate in corsa.

Dagli archivi apprendiamo altresì che la contrada che ha conquistato più bufalate è la Torre con 5 vittorie seguita a 4 dall’Onda, a 3 da Bruco e Nicchio, a 2 da Aquila, Civetta, Lupa, Chiocciola, Montone, Pantera, Selva ed Oca. Una vittoria ciascuno per Giraffa, Istrice, Tartuca, Leocorno e per la contrada soppressa della Vipera che vinse quella del 1648.

Da ricordare infine come, sempre in onore del Granduca di Toscana, il giorno 6 novembre 1650 fu disputato un Palio con i cavalli tra le stesse contrade partecipanti alla bufalata, che fu vinto dal Drago (guarda caso unica contrada mai vincitrice di corse con le bufale) con il fantino Simone Pulcinelli detto Mone.

Davide Donnini

Foto e fonte: www.ilpalio.org

 

 

 

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