STORIA DEL PALIO: 28 SETTEMBE 1902 E 25 SETTEMBRE 1913

News inserita il 26-09-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Montone e Giraffa si impongono in due straordinari di inizio XX secolo.


Nel 1902 la Società Dante Alighieri tenne a Siena il proprio congresso nazionale e richiese l’effettuazione di una carriera straordinaria per celebrare degnamente l’evento. Le contrade non apparvero molto entusiaste della richiesta, tant’è che in principio solo in 13 dettero il loro consenso all’effettuazione. L’Istrice si aggiunse successivamente, mentre Aquila, Drago e Leocorno rinunciarono definitivamente, con l’Aquila decise di donare la cifra che avrebbe speso alle popolazioni delle terre irredente che rivendicavano la loro italianità.

Anche i dirigenti del Montone erano contrari allo straordinario. Fu il popolo a far cambiare loro idea, ed ebbe ragione. La contrada dei Servi aderì, fu sorteggiata per decima, ed alla fine trionfò nella carriera del 28 settembre.

Il Palio fu organizzato in tempi record, assolutamente impensabili oggi. Il 20 settembre furono estratte le contrade, il 25 ci fu la tratta che favorì proprio il Montone assieme a Torre, Oca e Pantera che ebbe in sorte il cavallo vittorioso nel Palio di agosto precedente per la Tartuca. Il valzer delle monte fu frenetico, con tanti cambi di fantini e scambi tra contrade. Le più indecise nella scelta furono Chiocciola ed Istrice che trovarono una monta definitiva in Chiccone e Massimino rispettivamente per la prova generale e per la provaccia, mentre Zaraballe provò in tre contrade ma alla fine rimase clamorosamente a piedi. La carriera fu lineare. La Chioccioladi rincorsa entrò e si fermò immediatamente tra i canapi e ciò costò tre anni di squalifica a Chiccone. Il Montone, con un giovane Picino, al suo primo successo in carriera, tenne la testa fin dal via mentre dietro da rilevare la caduta dell’Oca al Casato che mise fine ad una bella rimonta, e le ripetute parate di Scansino, fantino della Pantera a Popo nella Torre. I torraioli non la presero bene ed inflissero una dura lezione a Scansino, per poi invadere le vie del rione di Stalloreggi, dando vita ad un’inevitabile scazzottata con i panterini.

Il 25 settembre 1913 l’occasione per correre lo straordinario fu il VII congresso della società per il progresso delle scienze. Fu un Palio particolare sia perché mancavano tutti i migliori cavalli e fu pertanto composto un lotto omogeneo che dava chance di vittoria a molte contrade, sia a causa del maltempo che costrinse all’annullamento delle prime due prove e della provaccia. Per questi motivi, le contrade definirono fin da subito le accoppiate; solo Onda e Bruco cambiarono più fantini prima di optare per Sciò e per Scansino.

Quattro furono le protagoniste della carriera: la Giraffa, che condusse per tutti e tre i giri grazie all’abilità di Testina che rintuzzò ogni attacco di Nicchio e Drago, ed anche la Selva, il cui fantino cadde malamente davanti al palco delle comparse ma lo scosso proseguì la corsa nelle prime posizioni. A fine Palio gli strali della giustizia si abbatterono sui fantini più scorretti: i duellanti Testina e Picino se la cavarono con un Palio di squalifica, peggio andò a Pioviscola e Zaraballe, sospesi rispettivamente per 5 e per 6 anni.

Da segnalare infine un aneddoto curioso: al terzo giro, l’alfiere del Leocorno, Lodovico Bianciardi, scagliò la sua bandiera contro Testina, senza però colpirlo. Ma il Leocorno non correva quella carriera. Allora cosa spinse il figurante ad un azione così plateale? Dalle cronache apprendiamo che il Bianciardi non era lecaiolo, bensì del Nicchio, e vedendo la sua contrada in seconda posizione pensò di favorirne la vittoria con metodi poco ortodossi. Il suo tentativo fallì miseramente e, oltre alla purga sul Campo, il Bianciardi subì una ben più grave denuncia alla Real procura e fu bandito in perpetuo dalla partecipazione al corteo storico.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

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