STORIA DEL PALIO: 23 SETTEMBRE 1967

News inserita il 23-09-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

La vittoria "senza mani" di Tristezza nello straordinario dai mille colpi di scena.

Descrivere in poche righe gli accadimenti dello straordinario del 23 settembre 1967, corso in onore del 49° congresso della società per il progresso delle scienze, è cosa improba a causa dei tanti (e talvolta clamorosi) colpi di scena accaduti. Il primo di essi fu nella fase preliminare: l’Istrice infatti, contrario all’effettuazione del Palio, non diede la propria adesione ed a norma di regolamento fu considerato rinunciatario e nemmeno imbossolato per l’estrazione del 20 agosto.

Venendo alla cronaca dei quattro giorni, non poteva mancare il classico acquazzone autunnale che fece saltare la seconda e la terza prova. Il valzer delle monte riguardò soltanto tre contrade, e cioè Chiocciola e Torre che si scambiarono i fantini con Bazza che arrivò in S.

Marco e Canapetta che vestì il giubbetto di Salicotto, ma anche la Pantera che per la prova generale scelse definitivamente Bozzolo preferendolo a Pizzighetto.

La mattina del Palio una notizia clamorosa rimbalzò in ogni angolo della città: il drappellone dipinto da Bruno Marzi era stato rubato! Nottetempo, infatti, ignoti erano penetrati nella chiesa di S. Vigilio dove il Palio era stato portato la sera precedente ed avevano trafugato il cencio, lasciando solo il piatto e l’asta. Solo successivamente, di fronte alle strampalate richieste di “riscatto”, si scoprì che l'atto fu una goliardata da parte di alcuni studenti bolognesi che, resisi poi conto della gravità del loro gesto, restituirono il Palio in un luogo segreto onde evitare le giuste ire dei senesi. Ma il tempo per realizzare un altro dipinto non c’era e quindi il Comune decise di issare sul carroccio un drappo bianco con inserito il piccolo bozzetto di Marzi, che tutt’oggi possiamo ammirare esposto nel museo della Giraffa accanto al Palio vero. In un clima tutt’altro che sereno si corse quindi la carriera degli scienziati, ma senza scienziati, che nel frattempo avevano fatto le valigie ed erano andati a Perugia.

Le contrade furono chiamate al canape nel seguente ordine:Onda (Pasquino e Mezz’etto), Selva (Flaminia e Morino IV), Lupa (Danubio della Crucca e Giove), Oca (Beatrice ed Aceto), Bruco (Fulgida e Baino), Leocorno (Sambrina e Canapino), Pantera (Bolero e Bozzolo), Giraffa (Ettore e Tristezza), Chiocciola (Selvaggia e Bazza) e Torre di rincorsa (Giuditta e Canapetta). Dopo una prima forzatura con seguente caduta del Bruco, la Torre entrò e uscirono prime Oca ed Onda. A S. Martino caddero Selva e Giraffa conEttore (uno dei tanti nomi con cui fu ribattezzato il grande Topolone), che restò pericolosamente incastrato con le zampe sotto materassi. Al Casato cadde anche l’Onda e Mezz’etto rimase svenuto in mezzo alla pista. Nel frattempo peròera scoppiato, con grave ritardo, il mortaretto ed i fantini, tra mille polemiche, vennero fatti fermare e rientrare nell’Entrone, dove arrivarono poi anche Ettore che, non senza fatica, si era liberato dalla trappola dei materassi, e Mezz’etto. Lì cavalli e fantini rimasero per oltre mezz’ora, mentre all’esterno la tensione saliva alle stelle. Quando le contrade rientrarono in Piazza fu deciso di cambiare la busta, ma sorse un altro contrattempo notevole:il mossiere Jago Fuligni si rifiutò di risalire sul verrocchio in quanto considerò valida la mossa precedente. Fu così deciso che a dare la mossa sarebbe stato il brigadiere dei vigili Fedro Valentini.

Stavolta di rincorsa finì il Bruco e quando Baino entrò, dopo l’ennesima forzatura che causò la caduta di Bazza, uscì prima dai canapi la Giraffa seguita da Lupa e Leocorno. Il vantaggio di Ettore divenne fin da subito incolmabile per le inseguitrici, e Tristezza si poté concedere pure il lusso di passare il bandierino a braccia alzate, come un ciclista che vince una tappa. Questa insolita esultanza diede spunto ai giraffini per il numero unico della vittoria che fu appunto intitolato “Senza mani”. Da ricordare infine che per la Giraffa questa non fu la prima vittoria in uno straordinario “degli scienziati: la contrada di Provenzano conquistò infatti il Palio del 25 settembre 1913 corso anche in questo caso in onore della società italiana per il progresso delle scienze.

Davide Donnini

Foto: www.ilpalio.org

 

 

 

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