CRISI GRANO, CIA SIENA:"SENZA SOLUZIONI RAPIDE, SARA' MOBILITAZIONE"
News inserita il 23-07-2016
Situazione drammatica, settore cerealicolo senese verso il collasso
La situazione grano in provincia
di Siena e in Toscana è drammatica. Una crisi senza fine che sta portando la
cerealicoltura di questo territorio al collasso. A sottolinearlo è la Cia che da anni sollecita
l’Unione Europea, il Governo Italiano e tutti gli organi proposti ad
intraprende iniziative per la salvaguardia delle produzioni cerealicole e la
difesa del reddito degli agricoltori che, anche in questa campagna, hanno denunciato
una situazione drammatica. Un grido di allarme che la Cia esterna anche in
seguito alle misure annunciate dal ministro Martina, a margine del Tavolo
nazionale della filiera cerealicola convocato dal Mipaaf, che ha visto presente
la stessa Confederazione, che ipotizza una mobilitazione se non si arrivasse a
rapide soluzioni.
Misure
che pur andando nella giusta direzione – precisa la Cia Siena -, rischiano
di essere insufficienti e tardive, considerato il livello di sofferenza
raggiunto nelle campagne. I produttori di grano continuano a essere oggetto di
un'azione di speculazione che non ha precedenti, con il grano duro pagato 18
euro al quintale, largamente al di sotto dei costi produttivi, e perdite fino
al 50% sulla scorsa campagna di commercializzazione. Senza un'inversione di
marcia sui prezzi pagati agli agricoltori e senza un freno immediato alle
importazioni ‘spregiudicate dall'estero, il rischio che si corre è quello di
una progressiva marginalizzazione della produzione di grano - sottolinea la Cia
- in un Paese che, paradossalmente, esporta il 50% della pasta che produce.
Non
è più possibile – aggiunge la Cia Siena - che il frutto del lavoro di un anno
venga così svalutato. Oggi 100 chili di frumento valgono quanto 7 chili di
pane: un ‘gap’ intollerabile e contro la logica delle cose, che non può nemmeno
lasciare indifferenti i consumatori, che a loro volta non traggono nessun
vantaggio da questa situazione né in termini di diminuzione di acquisto dei
prodotti finiti (pane, pasta, ecc.) né per il miglioramento della qualità degli
stessi.
Prosegue la Cia Siena - bisogna favorire una
maggiore aggregazione dell'offerta e serve che i Consorzi agrari tornino a fare
il loro lavoro. Perché oggi, invece di stoccare il prodotto, lo immettono sul
mercato accrescendo di fatto la pressione sui prezzi, con comportamenti di tipo
speculativo e anticoncorrenziale. Inoltre, è necessario incentivare da subito
accordi e contratti di filiera capaci di garantire una più equa redistribuzione
del valore e ottenere la massima trasparenza nella formazione del prezzo.
Misure non più rinviabili per permettere un cambio di passo e sostenere la
redditività degli agricoltori. E se queste misure non arriveranno in tempi rapidi,
attiveremo una mobilitazione in tutto il territorio regionale e nazionale - ha
concluso la Cia Toscana.
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