CONTRAFFAZIONE DI VINO E OLIO IN UN'AZIENDA DI BUONCONVENTO: 5 INDAGATI
News inserita il 21-07-2016
Pesanti le accuse: frode nell'esercizio del commercio, vendita di prodotti alimentari con segni mendaci e falsificazione di indicazioni geografiche.
Si
sono concluse in questi giorni le indagini, condotte dal Corpo Forestale dello Stato di Siena e coordinate dal
Dott. Aldo Natalini, Sostituto Procuratore della locale Procura della
Repubblica, che hanno permesso di accertare episodi fraudolenti
nel settore agroalimentare, commessi da una società agricola nel Comune di Buonconvento. Le
articolate attività investigative, intraprese a partire dal mese di
febbraio, hanno comportato attività di
perquisizione, ispezione, anche informatica, e vari sequestri
documentali e di prodotti alimentari, facendo emergere due distinte
tipologie di frode nei settori vitivinicolo ed oleario, prodotti di
eccellenza del nostro territorio. La
frode relativa al settore vitivinicolo riguarda la commercializzazione di una partita di quasi 10.000 bottiglie di vino
bianco generico varietale, proveniente da varie parti d’Italia,
falsamente etichettato come “IGT” Toscano, quindi con indicazione
geografica contraffatta. Tale partita di prodotto – ancora giacente
in azienda – è sottoposta a sequestro per ordine della
Procura di Siena.
La
frode accertata nel settore oleario attiene invece alla
commercializzazione di quasi 1.000 confezioni di olio extra vergine
di oliva falsamente dichiarato di origine “ITALIANA”, che
risulterebbe essere stato prodotto mediante miscelazione con olio
extra vergine di oliva ottenuto da varietà di olive greche. In
questo caso è stato inizialmente disposto il sequestro probatorio di
circa 350 confezioni di olio irregolari ancora giacenti in azienda;
successivamente il Pm ha
ordinato il declassamento del prodotto dalla categoria merceologica
“olio di oliva EXTRA VERGINE ITALIANO” alla meno pregiata
categoria “Olio di oliva VERGINE COMUNITARIO”, disponendo la
restituzione della merce all'avente diritto sotto la reale
categoria di appartenenza. Ai fini probatori sono risultati
particolarmente significativi i risultati delle analisi molecolari
(DNA) condotte presso l'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di
Perugia, le quali hanno certificato la presenza, nei campioni di olio
prelevati, di cultivar
di olivo sia “ITALIANE” che “GRECHE”.
Dalle
indagini è emerso, tra l’altro, che sia il vino che l’olio
contraffatti non derivavano affatto da produzioni agricole aziendali,
ma erano stati entrambi acquistati all'ingrosso allo stato sfuso;
l’azienda aveva, poi, provveduto al confezionamento dei prodotti
con accattivanti etichette evocative del paesaggio toscano ed alla
loro commercializzazione nel mercato statunitense e nel ristorante
dell’agriturismo aziendale. Si stima un giro d’affari illecito di
quasi 150.000 euro, tenuto conto che i ricarichi sul prodotto finito,
rispetto al prezzo di acquisto, in alcuni casi potevano arrivare al
700 %. Sono
cinque le persone a cui la Procura di Siena contesta i reati di frode
nell'esercizio del commercio, vendita di prodotti alimentari con
segni mendaci e contraffazione di indicazioni geografiche, mentre la
società è sottoposta ad indagini per illecito amministrativo
dipendente da reato ai sensi del Decreto legislativo n. 231/01.
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