FRIZZANTE ED AGGRESSIVA: PIACE LA MENS SANA DEI RAGAZZINI TERRIBILI
News inserita il 05-10-2015
Serata da incorniciare per Valerio Cucci, sugli scudi anche Udom e Bucarelli. Dopo nove mesi di purgatorio in cadetteria, l'A2 regala nuovi orizzonti
Il
paragone è una scintilla che scocca improvvisa dopo un canestro da tre punti,
una corsa verso la curva urlando di gioia, più in generale una serata da
incorniciare per quantità e qualità cestistiche. Quando però, a fine partita, Valerio Cucci racconta a microfoni e
taccuini le sue emozioni, l'accento romano che lo caratterizza risveglia
chiunque dall'idea di sentire una calata friulana e cucirgli addosso un abito
troppo scomodo per i suoi 20 anni, anche se a vederlo mostrare i muscoli contro
avversari più alti e grossi, spazzolare i tabelloni ed esultare in quel modo
davvero assomiglia a “Gek” Galanda,
e non è solo una questione di barba. Classe 1995, un background cestistico di
primo livello donatogli dagli anni con la Stella Azzurra, Cucci è una delle
scommesse che la Mens Sana ha
giocato nella sua estate di rivoluzione e al tempo stesso di passione, con
tante idee ma pochi soldi in mano per affrontare dignitosamente la serie A2: la prima giornata, la prima
vittoria, gli regalano la giusta ribalta ed una standing ovation dal pubblico
di viale Sclavo che, per la cronaca (ma è solo una battuta), Galanda faticò a
meritarsi per almeno mezza stagione, e che rispecchia un feeling già sbocciato
fra il tifo Mens Sana ed i ragazzini
terribili gettati nella mischia da Alessandro
Ramagli. Sì, perché se Cucci merita la copertina, Udom e Bucarelli non sono stati meno decisivi nell'80-73 col quale
la neopromossa ha battuto Latina e
messo il primo mattoncino per costruire il muro a difesa della categoria da
poco raggiunta. Aggressiva in difesa, sfrontata in attacco, la nuova compagine
biancoverde è piaciuta per come ha saputo strappare di mano agli ospiti
l'inerzia di una gara iniziata in ripida salita. Cucci, proprio lui, ha tirato
giù cinque rimbalzi e fatto a sportellate con l'energico Mosley nel momento in
cui Siena è rientrata in partita dal
meno otto del primo quarto, frutto di una comprensibile emozione generale, non
solo della gelida serata vissuta dalle mani di “Diamond” Roberts. Cucci, sempre lui, ha poi traghettato l'allungo
decisivo nel quarto periodo con 5' da giocatore navigato, certo non da ventenne
reduce da uno sballottamento che, in pochi mesi, lo ha visto dividersi fra
Veroli, la sua Roma e Brescia: quel canestro da tre punti, che non è proprio la
specialità della casa, e quella esultanza sotto la nord per un attimo ci hanno
riportato indietro di una dozzina di anni, poi si è tornati sulla terra
consapevoli del fatto che Galanda e quella Mens Sana siano lontani anni luce,
per mille motivi, da Cucci e da questa Mens Sana, che tutto sommato è anche
bene preservare da certi paragoni onde evitare il crearsi di troppe
aspettative. Fuoriluogo, in un’annata come questa..
Prossima
fermata, il PalaMangano di Scafati.
Che non è Oaka o il Palau St. Jordi, ma che ci riconcilia, assieme a questa
serie A2, con un livello di basket gradevole ed a tratti anche divertente. Se
per nove mesi, e per mille motivi, ci siamo fatti piacere le “royal rumbles”
della cadetteria, è bastata una serata al piano di sopra per farci capire che
quella parentesi, imposta da una serie di motivi per i quali ancora si invoca
giustizia, è stato bene chiuderla in fretta. Guai anche solo a pensare di
riaprirla.
Matteo Tasso
Foto
Mens Sana 1871
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