REGALO INTELLIGENTE LO SMARTPHONE PER I PICCOLI?

News inserita il 24-08-2016 - Ok Siena

La tecnologia nelle mani di bambini è un bene o un male?



 
E con il Natale del 2015 è arrivato sul mercato, per la felicità di alcuni genitori e dei figli, lo smartphone per bambini dai 6 anni in su, il cosidetto "Mio Phone", super accessoriato, un derivato di Android con un sistema di "parental control" e un software che consente di tenere sotto controllo davvero tutto, dalle chiamate, ai messaggi, alle app e, ultima perla, c'è pure la possibilità di applicare un localizzatore GPS, per sapere dove di preciso sia il figlio.

Ecco, dal mio punto di vista, parlando con parole molto semplici "siamo arrivati alla frutta". Perchè?

Esaminiamo un po' di dati, recuparti da Panorama: un’indagine recente ha rilevato che negli USA il 36%dei bambini con meno di un anno di etàhanno utilizzato un touchscreen, il 15% ha utilizzato app mentre il 52% ha guardato un film o uno spettacolo televisivo su un dispositivo mobile.

Insomma, per molti individui i touchscreen (e i dispositivi che li ospitano,siano smartphone piuttosto che tablet o altro ancora) stanno diventando un punto di riferimento dell’ambiente casalingo.

Solitamente, medici, psicologi e altri addetti ai lavori consigliano di NON regalare uno smartphone ai propri figli prima dei 12 o 13 anni.

E' un suggerimento che potrebbe suonare come irragionevole, per quale motivo dovremmo preoccuparci tanto se i nostri figli passano tanto tempo con uno smartphone in mano? Non facevamo noi lo stesso, stando ore davanti alla televisione?

La risposta non è poi così difficile; stiamo parlando di "bambini" che attraversano un periodo delicato e formativo della loro crescita, sono "spugne" che recepiscono dell'esterno gli impulsi, assorbono informazioni e modelli di vita e comportamento senza filtri, senza spiegazione. E qui la fruizione non è solo passiva come poteva essere quella "subita" dalla televisione, ma l'interazione è anche attiva e la risposta del bimbo ad un tauchsceen che risposta può essere? Dove sta l'altro bamino con cui giocare, per davvero?

Secondo alcuni esperti, un utilizzo abituale di smartphone (o tablet) nell’infanzia e nella pre-adolescenza può avere una serie di effetti nocivi:

1. È stato dimostrato che una sovraesposizione alla luce blu, ossia la luce con una determinata lunghezza d’onda tipica dei touchscreen, può causare danni alla retinae determinare, nel lungo periodo, a una vera e propria degenerazione maculare.

2. Ci sono poi i danni che il multitasking (elemento chiave del tachscreen) può fare al nostro cervello e in particolare alla nostra capacità di concentrarci su una singola occupazione. Un bambino con uno smartphone in mano, da questo punto di vista, è un potenziale maratoneta del multitasking, considerando quanto siano tendenzialmente iperattivi e curiosi i bambini. Se nel caso degli adulti il multitasking va a fare leva sul sistema di gratificazione di un cervello completamente sviluppato, nel caso dei bambini va ainfluenzare un cervello ancora in fase di sviluppo, senza considerare la sedentarietà che si sviluppa in tal modo.

3. Noi adulti utilizziamo i social media comesurrogato delle relazioni sociali che abbiamo già sviluppato. Sappiamo socializzare, rapportarci con gli altri e posizionarci all’interno di un contesto sociale, semplicemente decidiamo di bypassare tutto ciò sfruttando la Rete. Per la crescita di un bambino è invece fondamentale rapportarsi agli altri: che si tratti di giocare nascondino, litigare al campetto o passare interi pomeriggi a parlare di Iron Man e Captain America, l’interazione con gli altri bambini ha un ruolo fondamentale nel suo corretto sviluppo caratteriale e sociale. Secondo diversi esperti, l’utilizzo di smartphone prima dei 13 anni andrebbe a rubare tempo (reale e mentale) al gioco e all’interazione con gli altri.

A noi, è stata "concessa" l'opportunità di essere bambini, di avere le nostre fragilità, di confrontarci con persone alla nostra pari che scoprivano con noi tutto. Che persone potranno diventare quei bimbi che passono parte della giornata ad interagire con un tablet? Saranno in grado di relazionarsi da grandi con altri da adulti? Non sarebbe forse meglio, regalargli un libro (dove potrà immaginare eroi o altro) o portarli fuori al parco (lasciando il GPS in auto, dove è più utile?!), portarlo al mare, anche d'inverno e fargli sentire il sapore della salsedine?

Abbiamo ancora tempo per loro? Lo vogliamo ancora cercare? In fondo, è stata una nostra decisione quella di mettere al mondo un bambino.

Certo, poi arriverà il momento per accontentare il figlio nel prendere un tablet o altro, ma non prima dei 12 anni (come sostengono anche psicologi e logopedisti), in fondo non è necessario saziare ogni vizio... bisogna che il genitore sia saggio ed adulto per primo, i cosidetti "no" hanno sempre fatto crescere!

Chiara Lenzini

 

 

 

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