PROVINCE TOSCANE: AUMENTA IL REDDITO DISPONIBILE PRO CAPITE, SIENA SUL PODIO

News inserita il 07-02-2017 - Attualità Siena

Dati superiori alla media nazionale.

Nel 2016 il reddito medio pro capite in Toscana (+2,4% in valore) si è attestato a 20.512 euro, un dato superiore alla media nazionale che è stata pari a 18.658 euro (+2,4%). Firenze è caratterizzata dal reddito pro capite più elevato (23.579 euro), le uniche due province che registrano un dato inferiore alla media italiana sono Arezzo (18.323 euro) e Massa Carrara (17.359 euro). La spesa complessiva delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli ha presentato un andamento positivo (+6,3%), appena sotto il dato nazionale (+6,4%). La spinta maggiore arriva dal comparto della mobilità, con registra un incremento della spesa delle famiglie sia nel settore delle auto nuove (+12,2%) sia in quello dell’usato (+5,3%). Prato, quarta per reddito medio pro capite, registra l’incremento più marcato dei consumi di beni durevoli (+7,9%) grazie alla migliore performance nel settore auto nuova (+15,9% in valore) mentre Firenze guida le classifiche nei segmenti mobile (+2,9%), IT (+1,2%) e Tv (+0,1%). Questi sono i principali risultati della ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Toscana, presentato oggi a Firenze presso la sede di Findomestic Banca. Nel 2016 in Toscana il reddito disponibile pro capite è aumentato del 2,4%, attestandosi a 20.512 euro, un valore che è superiore rispetto ai 18.658 euro della media italiana. La spesa complessiva per i beni durevoli è stata pari a 4.430 mn di euro (+6,3% rispetto all’anno precedente), su un totale nazionale pari a 59.295 mn di euro (+2,4%).

I settori di spesa. 

Auto e moto. Andamento positivo per il settore delle auto nuove, che mostra un incremento dei consumi del +12,2% rispetto al 2015, con la spesa complessiva che passa dai 1.446 mn di euro del 2015 ai 1.622 mn di euro del 2016. Buona performance per il comparto delle auto usate, che si attesta su un +5,3% (un dato più elevato della media nazionale, che è del +4,4%), raggiungendo i 1.066 mn di euro. Buono anche il tasso di crescita nel segmento dei motoveicoli, che registra un +8,6% (per 126 mn di euro).

Mobili. Il settore dei mobili segna un incremento dei consumi delle famiglie dell’1,9% che, con una spesa complessiva di 984 mn di euro, risulta in aumento rispetto al 2015 (966 mn di euro).

Elettrodomestici. Il comparto degli elettrodomestici grandi e piccoli mostra una crescita più contenuta, ma comunque positiva (+1,0%) per 303 mn di euro. Il settore dell’elettronica di consumo evidenzia una lieve contrazione del segmento (-0,3%) comunque più contenuta rispetto alla grave flessione registrata lo scorso anno (-6,1%). Per quanto riguarda il valore di spesa il dato si attesta su 176 mn di euro.

Information Technology. Andamento in linea con la media italiana per il mercato dell’IT, con una crescita dello 0,7% e una spesa complessiva di 154 mn di euro.

Le province
Aumenta il reddito disponibile pro capite di tutte le province toscane. Il capoluogo è in testa alla classifica in valore con 23.579 euro (+2,4%), seguito da Siena con 21.672 euro (+2,4%), Lucca con 20.147 euro (+2,6%), Prato con 19.907 euro (+2,3%), Pistoia con 19.488 euro (+2,4%), Livorno con 19.295 euro (+2,6%), Pisa con 18.981 (+2,0%), Grosseto con 18.765 euro (+2,4%). Chiudono Arezzo con 18.323 euro (+2,2%) e Massa Carrara con 17.359 euro (+2,4%). Buone le percentuali in tutto il territorio per quanto riguarda il mercato delle auto nuove, seppur in attenuazione rispetto al 2015. Firenze registra una spesa complessiva di 412 mn di euro (+13,3%), seguita da Pisa con 211 mn (+13,2%), Lucca con 193 mn (+13,1%) e Livorno con 140 mn (+10,8%). Chiudono la classifica Massa Carrara con 82 mn (+11,6%) e Grosseto con 66 mn (+9,8%).
Quadro positivo anche per il mercato delle auto usate, con cinque province che arrivano a superare la media nazionale (+4,4%) in termini di consumi: Livorno segna un +8,4% (per 91 mn di euro), seguita da Prato con +7,1% (per 71 mn di euro), Pistoia con +6,4% (per 83 mn di euro), Grosseto con +6,0% (per 68 mn di euro) e Siena con +5,7% (per 91 mn di euro). Dati comunque positivi anche per Massa Carrara (+3,4%, per 44 mn di euro) e Arezzo (+3,0%, per 98 mn di euro).
A livello provinciale il comparto dei motoveicoli evidenzia un andamento altalenante. Crescono infatti Pistoia (dal +8,1% del 2015 al +24,6% del 2016), Lucca (dal +12,9% al +15,0%) e Arezzo (dal +12,4% al +13,8%). Grosseto (dal +20,7% al +5,3%), Prato (dal +24,5% al +4,9%), Massa Carrara (dal +20,8% al +0,3%) mostrano un incremento più contenuto rispetto ai dati del 2015. Pisa è l’unica provincia in controtendenza poiché registra una flessione dello 0,5%. Nel settore dei mobili, per quanto riguarda la spesa complessiva, al primo posto troviamo Firenze con 269 mn di euro (+2,9%), seguita da Pisa con 112 mn di euro (+1,1%) e Lucca con 105 mn di euro (+2,4%). Chiudono Grosseto con 58 mn di euro (+1,3%) e Massa Carrara con 53 mn di euro (+1,7%). Crescita contenuta per il comparto degli elettrodomestici grandi e piccoli: Massa Carrara segna un aumento dei consumi del +1,8%, seguita da Livorno con +1,4%, Firenze con +1,1% e Pistoia con +1,0%. Le province che hanno evidenziato l’incremento minore sono Grosseto (+0,6%) e Prato (+0,4%). Il mercato dell’elettronica di consumo è in lieve ripresa rispetto al trend negativo del 2015. Firenze passa dal -6,3% al +0,1%, Livorno dal -6,3% al -0,0%, Massa Carrara dal -5,1% al -0,2%. Chiudono la classifica Siena (dal -3,3% al -0,7%) e Prato (dal -5,4% al -0,8%). Il settore dell’Information Technology mostra un andamento costante rispetto ai dati evidenziati nel 2015 per quanto riguarda i volumi di spesa. Prima Firenze con un controvalore di 45 mn di euro (+1,2%), seguita da Pisa con 17 mn di euro (+0,5), Lucca con 15 mn di euro (+0,7%), Livorno con 14 mn di euro (+1,0%), Arezzo con 13 mn di euro (+0,4%), Pistoia con 12 mn di euro (0,5%), Siena e Prato con 11 mn di euro (rispettivamente +0,7% e +0,4%), Grosseto con 9 mn di euro (+0,4%) e Massa Carrara con 7 mn di euro (-1,4%). 

Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Toscana: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante.
Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).
In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.
Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).
I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).
Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.

 

 

 

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