NEPI E BEZZINI A PIANELLA: “IL PD CHE VOGLIAMO”

News inserita il 30-07-2015 - Attualità Siena

Ieri sera l'incontro tra il Presidente della provincia di Siena ed il Consigliere Regionale: crisi del Partito, immigrazione, ungulati e territorio senese, questi i temi del dibattito.

 

Politica e territorialità, crisi di partito e unione militante nello stesso, il vecchio ed il nuovo che si interscambiano. Questo e molto altro è stato il fulcro dell'incontro tenutosi ieri sera a Pianella che ha visto protagonisti il consigliere regionale Simone Bezzini ed il Presidente della Provincia di Siena e Sindaco di Castelnuovo Berardenga Fabrizio Nepi.
Quella di ieri era l'immagine di un Partito che prova a sembrare unito nonostante le forti diatribe al suo interno; infondo la spaccatura esistente all'interno del Pd senese è ben presente e spicca chiara attraverso le dichiarazioni di parte della sua dirigenza. In meno di due giorni le pagine dei giornali hanno riportato le amare affermazioni di chi in quel partito forse non crede poi così tanto, o almeno di chi chiede una al quanto impensabile rivoluzione interna. Dalle parole di Stefano Scaramelli: "Il Pd di Siena è un malato cronico, è finita un'era. Dopo il palio dell'Assunta dovremo assumerci la responsabilità di una nuova stagione politica, di concludere la stagione attuale di una generazione che ha fallito"; a quelle di Luigi Dallai che si scaglia ai microfoni di antennaradioesse contro coloro che fanno politica sui Social: "dentro un partito è necessaria la condivisione e che ci sia una discussione collettiva costante. Questo è un limite e dobbiamo assumerci la responsabilità di quanto sta accadendo”.

Ma il Pd senese è ormai realmente in completo fallimento? La mancata Festa democratica a Siena è probabilemente il segnale di una condizione di stallo dei democratici anche se Nepi e Bezzini tutelano il loro partito lanciando velate frecciate a coloro che attaccano l'attuale struttura del partito.  “Non si può negare - afferma Nepi - che il  Partito democratico provinciale di Siena abbia avuto difficoltà derivate da una minor compattezza degli organi di governo, da un modo di fare politica dell'io e non del noi. Personalmente mi reputo solo uno strumento nelle mani del partito per realizzare il progetto che la comunità ritiene più opportuno. Dobbiamo ritrovare il senso di comunità della realtà partitica. Penso che a volte una parola in meno sia più importante di una parola in più; siamo in una fase storica dove vince chi parla alla pancia delle persone, senza però ragionare sui reali problemi esistenti, credo che questo modo di far politica abbia un tempo breve. Basta dare la colpa alla casta per sollevare gli animi della gente, accusare i politici di professione del degenero di una società, i politici che conosco io sono coloro che da una vita hanno volontariamente militato nel partito partecipando attivamente nei comuni e nelle provincie, non facendo politica per arricchirsi ma per passione. Penso che dovremmo ricostruire una comunità che negli ultimi anni non esiste più, supportando il partito e dandogli una nuova credibilità; facendo sì che l'azione del pd nel senese abbia la propria stabilità però con grande senso di responsabilità, ci vuole un cambio di passo nella politica del nostro territorio, ma questo deve essere fatto con grande compattezza.”
Sicuramente la crisi del Partito Democratico si estende oltre i meri confini provinciali, ne è un esempio il caso di Sesto Fiorentino e della sfiducia presentata per altro da 8 esponenti del Pd ai danni del sindaco renziano Sara Biagiotti. “Non può accadere che si verifichi una sfiducia all'interno dello stesso partito, i malcontenti esistenti non dovrebbero sfogarsi fuori dal partito stesso”  così tuona Simone Bezzini. I franchi tiratori nel partito democratico non stupiscono ma la destabilizzazione politica relativa alla credibilità partitica è ben percepita. “Credo che da parte di chi oggi è in maggioranza nel Pd serva una maggiore capacità di inclusione, dialogo e confronto, non possiamo incrementare le divisioni perchè questo va a scapito dell'intero partito. Alla fine si rompono gli argini, non c'è più un minimo comune denominatore e alla fine si arriva a Sesto, ma potrei dire si arriva a Siena 2012. Le ultime tornate elettorali hanno evidenziato forti segnali di rottura nel centro-sinistra ne sono un esempio Colle, Casole e Viareggio.” Così prosegue Bezzini che si sofferma anche sui suoi rapporti con Stefano Scaramelli, una relazione turbolenta tra i due, iniziata con i dibattiti intrapartitici verificatisi nella prima parte della campagna elettorale per le regionali e che ad oggi sembrano affievolirsi, quanto meno in virtù di una collaborazione necessaria che si deve instaurare tra i due per raggiungere specifici obiettivi nel consiglio regionale dove si trovano fianco a fianco. Risponde anche agli attacchi rivolti al segretario provinciale Guicciardini: “è indubbio che il nostro partito ha grossi problemi, ma non penso che le criticità si possano risolvere dando vita ad un toto nome sulla segreteria provinciale, i gruppi dirigenti possono essere messi in discussione ma prima di tutto dovremmo ritrovare un'unità. C'è un percorso di conferenza programmatica in privincia di Siena che deve essere portato a compimento entro settembre e poi mi auguro che il segretario assuma delle decisioni risolutive per sbloccare lo stallo senese.”

Immigrazione
. Tra le tematiche affrontate spicca anche la probematica dell'accoglienza migranti nel territorio senese, al 3 di luglio infatti Castelnuovo rientrava tra i 146 comuni senesi toscani a non aver dato l'ok per l'accoglienza profughi. Più volte il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha richiesto alle amministrazioni comunali il loro appoggio nella conduzione del modello Toscano all'accoglienza profughi basato sul dislocamento dei migranti in piccole strutture così da non ghettizzarli e gestirli in modo opportuno, modello per altro menzionato positivamente da un articolo di Celestine Bohlen pubblicatò martedì sul New York Time. Sicuramente la posizione di Nepi nella sua duplice figura di Sindaco e Presidente della Provincia non è tra le più facili considerata la necessità di conciliare le due posizioni: “Lunedì ci vedremo in provincia con l'assessore regionale Vittorio Bugli, il Prefetto ed i rappresentanti dei comuni senesi per fare il punto della situazione provando a cercare quante più strutture possibili per poter ricevere i migranti. Per quanto riguarda nello specifico Castelnuovo, diversamente da quanto avviene in altri territori della provincia di Siena abbiamo la fortuna di avere strutture ricettive che non hanno nessun problema di occupazione degli spazi differentemente da quanto per esempio sta avvenendo nel Comune di Chianciano Terme. La forte presenza turistica esistente nel comune di Castelnuovo Berardenga rende difficile avere strutture a disposizione per i profughi, come comune vogliamo dare il nostro contributo però al momento non abbiamo a disposizione locali atti all'accoglienza profughi.”

Ungulati. L'allarme ungulati continua ad essere protagonista delle pagine dei principali giornali, Nepi ha perciò fatto chiarezza circa la gestione della problematica a livello provinciale e non solo.
“E' possibile incidere sulla diminuzione degli ungulati in tre momenti, nella stagione venatoria classica, nella stagione primaverile estiva con la caccia di stagione ed infine con le braccate, mediante l'art. 37 intervenendo al di fuori della normale stagione di caccia. Il tema della caccia è molto complesso. Le aziende agricole richiamano le Atc per segnalare i problemi di ungulati sul loro territorio, l'Atc contatta a sua volta alcuni cacciatori che fanno da referenti sul territorio dando vita alla caccia di selezione. Molti cacciatori in questi mesi hanno invocato anche il termine della caccia di selezione per dar vita alle braccate. La provincia deve però rispondere alle leggi vigenti, quindi non possiamo prendere decisioni al di fuori di quanto legiferato, seguendo anche le direttive dell'Ispra (Istituto Superiore per la Prevenzione dell'Ambiente) secondo cui gli abbattimenti possono svolgersi soltanto mediante specifiche modalità. Penso che il tema della caccia debba essere dibattuto soprattutto in sede parlamentare, considerando che la maggior parte dei deputati con i quali abbiamo a che fare provengono da zone metropolitane, per i quali gli ungulati sono una specie da proteggere, vista l'esiguità di tali specie nelle zone dove si trovano a vivere. Il problema è la mancata differenziazione che dovrebbe essere prestabilita per singole aree in merito alla gestione della problematica in questione. Tra qualche mese la caccia passerà a delega regionale, saranno problematiche che inseguiranno Simone (Bezzini nd.) nei prossimi anni; tra gli atti più importanti effettuati nei primi di giugno è stata la creazione della nuova Atc composta da associazioni agricole, venatorie, ambientaliste e due rappresentanti provinciali, fondendo in un'unica realtà le tre Atc precedentemente esistenti. Il mio appello va soprattutto al mondo venatorio, trovo in tale settore una realtà totalemente divisa e conflittuale, l'unico modo per risolvere il problema degli ungulati è muoversi tutti verso la stessa direzione, accettando di fare anche un passo indietro per trovare accordi importanti; dando risposte concrete al mondo dell'agricoltura, volano per la nostra economia.”

Obiettivi futuri.
Al termine dell'incontro Nepi e Bezzini hanno lanciato le sfide da perseguire entro il prossimo autunno. Riforma sanitaria e piano regionale di sviluppo questi le due grandi partite che saranno perseguite a livello regionale da Simone Bezzini: “sarà necessario coniugare i tagli con l'alto livello di qualità della nostra sanità, garantendo il mantenimento di servizi ottimali per i cittadini in un quadro in cui la cittadinanza non potrebbe tollerare un aumento della tassazione.”
Maggior concretezza caratterizza gli obiettivi esplicitati da Nepi, approvazione del bilancio previsionale della provincia che doveva essere approvato a Dicembre scorso e avvio dell'iter di gara  per la sostituzione dei punti luce di Castelnuovo Berardenga, trasformando quindi l'illuminazione pubblica; queste le sfide lanciate da Fabrizio Nepi in chiusura di serata. Un dibattito quello tra Nepi e Bezzini durato circa due ore, molti gli obiettivi identificati da i due, a questo punto non resta che attendere i fatti concreti.

 

 

 

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