MONTEPULCIANO CELEBRA L'ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

News inserita il 27-06-2017 - Eventi Siena

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Giovedì 29 giugno il Comune di Montepulciano celebra l’anniversario della Liberazione di Montepulciano, avvenuta in quella stessa giornata del 1944, con il tradizionale corteo al quale è abbinata una nuova iniziativa, destinata a ricordare, come avviene ormai da anni, un fatto storico di quel periodo che abbia avuto come conseguenza il sacrificio di vite umane.

Il corteo, accompagnato dalla Banda dell’Istituto di Musica “Henze”, partirà alle 17.00 da Piazza Grande ed attraverserà il centro storico fermando al Borgo Buio, dove sarà reso omaggio alla memoria del martire Giuseppe Marino, impiccato dai tedeschi ad un lampione stradale, e poi al Giardino di Poggiofanti. Qui, davanti al monumento ai Partigiani, sarà ufficialmente celebrato l’anniversario della Liberazione.

La manifestazione si sposterà quindi all’inizio della Strada della Fila, alla base del poggio su cui si trova Valiano, e precisamente al Podere Catena che fu teatro il 16 giugno 1944 di un tragico episodio.

Sotto un bombardamento delle forze alleate persero infatti la vita due cugini, il piccolo Gianfranco Pastonchi, di 9 anni, e Leda Pastonchi, di 13. La giovinetta morì sul colpo, il bambino dopo un giorno d’agonia.

Il podere aveva ospitato per circa una settimana, e fino a poche ore prima, una compagnia di soldati tedeschi che, proprio alla vigilia della partenza, furono avvistati dai ricognitori alleati. Il  conseguente bombardamento fu preciso e particolarmente violento.

Il fatto è riportato nel libro di Alessandro Angiolini “Successe in Valdichiana. Storie, luoghi e personaggi” – Thesan & Turan – 2010, attraverso la lucida e drammatica testimonianza di un altro componente della famiglia Pastonchi, Mario, che in quei giorni di guerra non aveva ancora compiuto sei anni e si salvò nonostante alcune gravi ferite dovute alle schegge scagliate dalle bombe.

A confermare le circostanze dell’azione è stato, ancora più recentemente, un altro cugino, Domenico, che allora aveva appena tre anni e mezzo e che si salvò grazie ad una nonna che si gettò con lui in un fosso per ripararsi dal bombardamento e, facendogli scudo con il corpo, lo protesse anche dal violentissimo spostamento d’aria.

Come ha detto Mario Pastonchi ad Angiolini “per fortuna che la maggior parte della mia numerosa famiglia, composta da ben ventuno anime, era in quel momento a lavoro nei campi altrimenti sarebbe stata una strage”.

 

 

 

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