DONNE SENESI NEI SECOLI: SAVINA PETRILLI

News inserita il 18-09-2015 - Ok Siena

Una vita dedicata agli altri.

Un’altra donna senese, unita a Gesù, innamorata dell’opera cristiana è Savina Petrilli, nata a Siena il 29 agosto 1851. Savina, secondogenita di Celso e Matilde Venturini, a 15 anni si iscrive nella Congregazione delle Figlie di Maria di cui ne viene eletta presidente, sentendosi molto vicino alla fede e alle opere di carità che poteva rivolgere alle persone bisognose della sua città. Nel 1869 è ricevuta dal papa Pio IX, che la esorta a camminare sulle orme di Santa Caterina ed il 15 agosto 1873, nella cappellina della casa paterna, con cinque sue compagne emette i voti di castità, povertà e obbedienza, alla presenza del confessore e col consenso dell'Arcivescovo Enrico Bindi, che concede il permesso di iniziare un'opera a beneficio dei poveri. La nuova piccola famiglia religiosa prende il nome di "Congregazione Sorelle dei Poveri di S. Caterina da Siena".

Una storia davvero particolare è che quando Savina si accostò per la prima volta alla comunione e conobbe Gesù, ella rimase talmente provata che scrisse: “Mi sentivo come immersa in lui; il cuore mi batteva così forte che mi pa­reva dovesse scoppiare per la pienezza del gaudio che provava, di cui si tro­vava inondato». Fu proprio in quel giorno, che Savina si sentì chiamata a farsi religiosa per donare e compiere qualcosa per la gloria di Dio.

Poi, il 7 luglio 1869 Pio IX, ricevendo in udienza un gruppetto di senesi, le disse: « Cammina sulle orme di Caterina da Siena e seguine gli esempi ». La giovane, non ancora diciottenne, non aveva rivelato al Pontefice i suoi pro­getti, ma accolse le parole come consiglio di quello che il Signore voleva da lei. Alcuni giorni dopo, nella festa dell'Assunta, confermò davanti al confes­sore in modo formale il voto di castità. Quando capì che era venuto il momento di mettersi all'opera, cercò un’ intesa con le sue compagne e trovò fra le Figlie di Maria le giovani che poi collaborarono con lei nella fondazione dell'Istituto.
Cominciarono facendo un primo progetto di un'opera che si interessas­se delle bambine abbandonate. Per un certo tempo si raccolsero nella casa paterna di Savina, dove pregavano e lavoravano. Quando, nel 1872, ebbero l'occasione di accogliere una bambina abbandonata, prima di riceverla Savina chiese all'arcivescovo di Siena, Enrico Bindi, che cosa dovesse fare. Ebbe per risposta: «Prendetela, che questo e un segno dell'opera, che il Si­gnore vuole da voi altre». Proprio da qui nel 1881 inizia la prima fondazione a Onano (Viterbo) e nel 1903 la prima missione a Belém (Brasile).

Savina stava compiendo la missione che le era stata affidata da Gesù: aveva esaudito il suo desiderio, sogno che coincideva nell’aiutare gli altri, tutti coloro che avessero avuto anche solo bisogno di versare una lacrima, lei non solo gliel'avrebbe asciugata, ma avrebbe riportato il sorriso, quello del Signore, sul suo volto.  

Chiara Lenzini

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv