COSA NE FACCIO DI QUESTI RICORDI DOLOROSI?

News inserita il 21-09-2017 - Ok Siena

A colloquio con la Dottoressa Sabrina Capitoni, esaminando il delicato mondo delle emozioni

“Non ci pensare più”… “lascia perdere”… “non le ricordate cos’è accaduto altrimenti si dispera e sta male…” ”…meglio non parlare di questa cosa con loro starebbero troppo male”

Quante volte abbiamo sentito utilizzare queste affermazioni o noi stessi le abbiamo fatto convinti che alcuni ricordi possano essere così tanto dolorosi che l’unica possibilità per non soffrire sarebbe potuta essere quella di non parlarne. Ricordi traumatici così dolorosi da non volerli assolutamente ripercorrere, ma che, anche nel silenzio, non ci abbandonano mai.

 Rimane un’immagine, un suono, un odore, l’emozione provata che ogni tanto riemerge e che ci lascia senza fiato, in preda a dolore, umiliazione o vergogna.

A volte non sappiamo, e non riusciamo a comprendere perché alcune situazioni sono per noi così attivanti che diventa impossibile non reagire in “quel modo”, lasciandoci poi la sensazione di colpa e di essere in preda a qualcosa che non riusciamo a gestire e che “è più forte di noi”.

Esperienze con un forte impatto emotivo lasciano segni  e ferite che se non elaborati continuano a ripresentarsi continuamente nella nostra vita.

Ed è così che un evento presente si connette ad un evento vissuto nel passato che funziona come trigger o evento scatenate, facendoci provare tutte quelle emozioni che non vorremmo più sentire e accompagnate da un giudizio negativo su noi stessi.

Uno sguardo, un errore, il capo che ci rimprovera, la percezione di aver deluso qualcuno e subito iniziamo a provare una forte attivazione ansiosa, mentre una voce dentro di noi ci ripete “non sei buono a nulla, fai sempre i soliti errori….” “Non ce la farai mai” mentre il cuore inizia a battere, lo stomaco si chiude  e ci sentiamo persi e senza via d’uscita. E poi iniziamo a dirci “non è possibile che ogni volta mi succeda questo?… non posso sempre reagire così, sono proprio uno stupido…” sovraccaricandoci così di ulteriori autodefinizioni denigratorie.

La terapia Emdr (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculati) permette di intervenire su queste ferite dell’anima, permettendo di andare alla fonte dell’evento che attiva continuamente certe reazioni in modo da permettere al nostro cervello di ristabilire l’omeostasi.

L’efficacia della terapia emdr è ampiamente documentata scientificamente ed è nata per poter curare i fortissimi traumi dei reduci di guerra del Vietnam.

Nella terapia Emdr si cerca l’evento attivante del nostro passato e si permette al nostro cervello di rielaborarlo in modo che situazioni presenti non possano essere più così dolorose, dandoci la possibilità di comportarci e di reagire come vogliamo e non come ci sentiamo costretti dicendoci è più forte di noi.

Paradossalmente i traumi più forti e dolorosi, sono quelli su cui l’emdr riesce a ad intervenire con maggiore efficacia (malattie, lutti, violenze patite od assistite), ma le ferite che ci portiamo dentro sono spesso dovute a anni di ripetute sofferenze  od umiliazioni che non siamo mai stati in grado di recuperare ed elaborare.

Queste rimangono in noi come una traccia profonda che influenza la nostra vita futura e ne guida emozioni e comportamenti.

L’Emdr ha permette di spostare il ricordo del trauma dalla corteccia prefrontale, in cui è emotivamente ancora attivo, alla corteccia parietale in cui può essere immagazzinato come un evento ormai passato, superato grazie alle nostre risorse. Questo permette di ripensarlo in modo da poterci sentire più forti e sicuri.

Quindi non esiste qualcosa che “non dobbiamo ricordare perché troppo doloroso”, ma dobbiamo permetterci di ricordarlo attraverso tecniche che ci aiutano ad elaborarlo. L’emdr permette di elaborare gli eventi  in modo da non pensare più di noi di essere sbagliati, senza speranza, non meritevoli, in percolo, in modo da non sentirci più umiliati, vergognosi, spaventati, angosciati, permettendoci di ricostruire anche l’immagine che abbiamo di noi stessi.

 

Dott.ssa Psicologa Psicoterapeuta Sabrina Capitoni

Riceve a: Sinalunga in via Trento, 90  

Cellulare: 347/4839878

E- mail: sabrinacapitoni@gmail.com

SITO: https://www.psicocitta.it/psicologi-psicoterapeuti/2281-dottssa-sabrina-capitoni.php

 

 

 

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