Biancoverdi in crisi di gioco e risultati. Serve una svolta, nel momento in cui la classifica inizia a farsi preoccupante
Bisogna entrare in una diversa ottica di idee, rispetto a qualche frizzante aspettativa di fine estate. Parlano i risultati e dicono che la Soundreef, all’indomani della sconfitta di Treviglio, si trova sull’orlo del precipizio in una graduatoria ormai sempre più allungata: meno 14 punti dalla vetta (nessuno, in verità, ha mai creduto di poter lottare per il vertice, ma qualche iperbole comunicativa di fine estate rischia di rivelarsi oggi un autogoal), meno 4 dalla zona playoff (obiettivo tangibile, quello, a fine agosto), un piede e mezzo nella lotta per non retrocedere, dato che alle spalle dei biancoverdi ci sono sole due squadre (Napoli e Roma) ed appena ad una vittoria dal quattordicesimo posto che capitan Saccaggi e compagni occupano in questa prima settimana di dicembre.
C’è una partita da recuperare, vero, e in tal senso il match di giovedì sera al PalaEstra contro Latina è catalogabile nella categoria “spalle al muro”. Lo si può, anzi lo si deve solo vincere, perché una seconda sconfitta fra le mura amiche (che poi sarebbe la quarta in fila dall’avvento sulla panchina di Matteo Mecacci) risulterebbe devastante per il morale di tutto l’ambiente mensanino, oltre a compromettere ulteriormente quanto appena snocciolato sul versante statistico: uno scenario drammatico, sportivamente parlando, che è bene allontanare con un successo su quella Benacquista che, a differenza del quintetto senese, la sua consistenza sta trovandola proprio in queste settimane, reduce da tre vittorie in fila, tutte arrivate sul filo di lana e, probabilmente, tali da formare forti anticorpi contro le difficoltà incontrate nella prima metà di novembre.
Torniamo però alla Soundreef, perché gli avversari sono una componente del contesto ma i veri problemi si scorgono guardando se stessi allo specchio.
Uscire da questo tunnel non sarà facile, principalmente perché non era preventivabile infilarcisi. Certo i margini per risalire la china ci sono tutti, il più banale risiede nelle ventuno partite che rimangono da giocare, ma una svolta va data e questa svolta possono darla solamente i giocatori che indossano la canotta biancoverde. Da quelli di miglior talento, se davvero ne dispongono (nessuno ne mette in dubbio il curriculum, ma Ebanks e Turner sono i primi responsabili dell’involuzione mensanina), a quelli di maggior tempra, che devono caricarsi sulle spalle il resto del gruppo in termini di leadership. Si vince e si perde tutti insieme, è vero, ma per vederci chiaro, qualcuno, la luce deve iniziare ad accenderla.
Matteo Tasso (da “Il Corriere di Siena”)
Foto Mens Sana Basket 1871